“La situazione ambientale dell’area ricompresa all’interno del Poligono di Quirra è ben diversa da quella emersa dalle indagini effettuate dalla società Ambiente Sc e dagli articoli di giornale relativi ai risultati di tali analisi”. L’ ex ammiraglio e attuale presidente dell’Associazione che tutela le famiglie dei militari deceduti Falco Accame se la prende con tutti: tecnici, giornalisti, militari e uffici stampa. Ma spiega anche perché: “Il piano di caratterizzazione commissionato da Nato Support Agency (Nspa) e Poligono interforze Salto di Quirra (Pisq) nel gennaio 2013 (reso pubblico a inizio marzo e approvato il 31 del mese scorso dalla Conferenza di servizi, ndr.) si limita ad analizzare la situazione ambientale di Is Pibiris – area adibita a discarica di ferri vecchi – che si estende per 2 ettari contro i 135 kmq del poligono”.
E a proposito della presenza di elementi radioattivi, Accame ricorda che “l’uranio è già stato rinvenuto nell’agnello a due teste di Escalaplano”. Pertanto, “c’è da chiedersi perché le indagini non siano state condotte anche a Escalaplano, dove l’uranio è stato trovato e dove si sono verificati numerosissimi casi di malformazioni alla nascita”.
“Non si giunga a frettolose conclusioni che escludono la presenza di un disastro ambientale a Quirra, come invece fanno la società Ambiente Sc e i media”, ammonisce Accame. E prosegue: “Anche perché l’indagine non risponde in alcun modo alla ricerca di inquinamento provocata nel poligono dalle centinaia di migliaia di proiettili che vi sono stati gettati, molti dei quali conficcatisi sottoterra fino a 30 metri di profondità, come sostenuto dal generale Molteni (oggi accusato insieme ad altri comandanti del poligono di omissione aggravata di cautele contro infortuni e disastri, ndr.) durante un’audizione parlamentare del 2005”. “Vorremmo allora sapere quanti ‘carotoni’ di 30 metri l’Arpas ha tirato fuori dalla terra”.
Per l’Ambiente Sc, i livelli di uranio riscontrato non superano la soglia naturale e la presenza di Torio, altro elemento radioattivo, è addirittura inferiore ai valori-soglia. Ma a queste conclusioni, il presidente dell’associazione che tutela le famiglie dei militari deceduti in tempi di pace ribatte che “a Quirra è stato lanciato almeno un missile Kormoran con testata appesantita all’uranio impoverito, come riferito e filmato dal capitano Ing. Carrusci, direttore delle operazioni nella base. Inoltre, nel poligono sono stati lanciati 1200 missili Milan con dispositivi di guida al torio la cui pericolosità è stata riscontrata dalle ditte progettanti che ne hanno proibito l’uso. E’ auspicabile che i mass media che hanno fornito notizie così imprecise rettifichino quegli articoli che hanno gravemente fuorviato l’opinione pubblica”.