Due anni di reclusione, con pena sospesa, per violenza sessuale nei confronti di una giocatrice minorenne. È la sentenza emessa dal Tribunale di Nuoro nei confronti di un allenatore sportivo 47enne, accusato da un’atleta. L’uomo è stato invece assolto dall’accusa di tentata violenza sessuale nei confronti di un’altra giocatrice, all’epoca anche lei minorenne, perché il fatto non sussiste. I giudici lo hanno anche condannato all’interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla tutela e alla curatela e all’amministrazione di sostegno di minori o incapaci. Interdizione per lui anche dall’esercizio della professione di allenatore sia nelle scuole che nelle società sportive. Pena che diventerà esecutiva quando la condanna passerà in giudicato.
Il Pm Giorgio Bocciarelli aveva chiesto una condanna tre anni e sei mesi di reclusione. I fatti si sarebbero svolti in albergo, in occasione di due diverse trasferte della squadra nella penisola. Il trainer si era sempre dichiarato innocente sostenendo che si trattava della vendetta di una sua ex atleta per essere stata da lui allontanata dalla squadra. “Ho dovuto farlo perché non conduceva una vita sana, come deve essere quella di un’atleta”, aveva detto il coach nuorese di pallamano difendendosi in aula. Oggi, visibilmente provato, ha assistito alla sentenza senza dire una parola.
La condanna dei giudici è arrivata dopo oltre un’ora di camera di consiglio. L’udienza si era aperta in tarda mattinata con le repliche del Pm Giorgio Bocciarelli e del difensore dell’allenatore, l’avvocato Francesco Lai. Il legale ha cercato ancora una volta di demolire la credibilità della ragazza, la quale sosteneva che il coach le avrebbe fatto pesanti avance in un albergo della penisola in occasione di una trasferta. “Quell’accusa è stata smontata in aula da una testimone, anche lei atleta della squadra allenata dall’uomo”, ha ribadito lui, che ha anche rimarcato il lungo tempo passato prima della denuncia da parte della ragazza: un anno e mezzo dopo i fatti. Secondo il Pm invece, l’allenatore “ha abusato del suo ruolo con le due ex atlete” e la denuncia era arrivata tardi per “le evidenti difficoltà che hanno le vittime di questo genere di reati a denunciare”. “Le sentenze per quanto dure si rispettano – ha detto all’ANSA l’avvocato Lai – leggeremo le motivazioni dei giudici e poi decideremo se ricorrere o meno in appello”.