Abusi edilizi al Tanka Village a Villasimius, condannati i manager

Confermata, dalla Cassazione, la condanna per abusi edilizi a otto mesi di reclusione con sospensione condizionale della pena, per gli amministratori del gruppo alberghiero Atahotels, Antonio Cavaletto e Silvano Malvezzi, responsabili del ‘Tanka Village’ di Villasimius, noto resort marino a quattro stelle che sorge nell’area ambientale protetta di Capo Carbonara nel cagliaritano. In base all’inchiesta che ha portato al verdetto della Suprema Corte, i due imputati nel 2007 – dopo aver già fatto un analogo tentativo ‘sventato’ nel 2006 – avevano impiantato senza permesso e in zona a vincolo paesaggistico, a meno di 200 metri dal mare, una tensostruttura da 12mila metri cubi, con struttura portante in cemento armato e una capienza di mille persone per ospitare sei mesi l’anno il turismo congressuale ed espandere così temporalmente l’attività del villaggio turistico sorto su uno dei più bei tratti costieri della Sardegna.

Ad avviso della Suprema Corte, in modo condivisibile i giudici della Corte di Appello di Cagliari, hanno ritenuto “estremamente significativa l’impostazione fraudolenta del progetto, che omise di evidenziare le caratteristiche costruttive che denunciavano in modo univoco la natura stabile e tutt’altro che precaria della tensostruttura, esponendo il fantasioso ancoraggio a una semplice placca metallica che non aveva riscontro nella realtà e che sarebbe stata del tutto insufficiente a garantire la sicurezza di una struttura tanto imponente”. Nel suo verdetto la Cassazione – sentenza 21260 depositata oggi dalla Terza sezione penale, udienza del 14 aprile – rileva che Cavaletto, che agiva come procuratore speciale di Atahotels, si diede da fare “carpendo dal Comune (di Villasimius) delle autorizzazioni illegittime e anzi illegali“. Senza successo è stato il tentativo della difesa di Malvezzi, amministratore delegato di Atahotels, di addossare tutte la responsabilità dell’operazione abusiva al suo coimputato. Per i supremi giudici, infatti, come emerge dalla “logica ricostruzione” fatta in Appello, “è impensabile che una attività di tale importanza, connessa alla possibilità di intercettare e dirottare sul ‘Tanka Village’ il lucroso flusso del turismo congressuale che avrebbe assicurato elevatissime percentuali di riempimento del villaggio, potesse essere decisa da Cavaletto senza l’intervento diretto dell’amministratore delegato della società”. Per realizzare questo enorme centro congressi in riva al mare sarebbe stato necessario richiedere e ottenere la concessione edilizia e l’autorizzazione paesaggistica regionale, dato che una struttura del genere comportava “un impatto notevolissimo sul carico urbanistico della zona interessata”. Invece venne richiesta e rilasciata una autorizzazione del Comune di Villasimius “per un’opera temporanea e stagionale”. I ricorsi di Cavaletto e Malvezzi sono stati dichiarati “inammissibili” dagli ‘ermellini’ che li hanno condannati anche a pagare mille euro alla Cassa delle ammende. E’ stata dunque confermata in pieno la sentenza emessa il 22 settembre del 2014 dalla Corte cagliaritana che aveva ridotto di due mesi l’originaria condanna di primo grado per la prescrizione di un reato.

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