Abbanoa, bilancio in attivo per 10 milioni. Debiti scesi di 72 milioni

Per il terzo anno consecutivo Abbanoa registra il bilancio in attivo. Nel 2015 il gestore presenta un risultato d’esercizio chiuso in positivo per 9,788 milioni di euro grazie a una incisiva azione di contenimento dei costi operativi con un’attenta programmazione e monitoraggio dei budget previsti per gli interventi di manutenzione. Il bilancio è stato presentato all’assemblea dei soci oggi a Cagliari. Aumentano fatturato e incassi con certificazione dei consumi e vengono contenuti i costi a livelli inferiori al 2002.

Il margine operativo della Società, sottraendo i costi operativi ai ricavi da vendita, è positivo di 52,6 milioni di euro. Significativo il dato del totale delle gestioni preesistenti alla nascita di Abbanoa, che macinavano un margine operativo negativo di meno 66,5 milioni di euro nel 2002. La messa a regime delle fatturazioni, sempre più regolari, ha portato a un aumento degli incassi ordinari, pari a 329,55 milioni (l’8% in più rispetto al 2014) anche al netto delle emissioni speciali (depositi cauzionali e conguagli regolatori). E’ il segno dell’operazione di riordino delle ‘banche dati’ relative alle utenze ereditate dai precedenti gestori. Sono aumentate le richieste di rateizzazione, in particolare quelle per dilazioni di più lunga durata fino a 60 rate e in un’ottica di lotta all’illegalità si registra la crescita delle azioni di recupero forzoso eseguite con decreti ingiuntivi. Sul fronte dei debiti, gli oneri con il sistema bancario sono scesi: dagli 84,577 milioni di euro nel 2014 a 82,260 milioni nel 2015, con una differenza di oltre due milioni. Verso i fornitori si è passati da 236,4 milioni di euro a 165,9 milioni di euro, con una differenza di oltre 70 milioni di euro. Nel complesso, nel 2015, i debiti sono quindi diminuiti di oltre 72 milioni.

Meno costi operativi

Abbanoa gestisce 13mila chilometri di reti, 1.336 impianti di sollevamento, 344 depuratori e 45 potabilizzatori che nel 2015 hanno prodotto 238milioni di metri cubi d’acqua potabilizzata, utilizzata dai clienti di tutta la Sardegna, e successivamente depurata per essere restituita all’ambiente. Lo scorso anno, però, Abbanoa ha speso di meno garantendo il doppio dei servizi delle gestioni precedenti. I dati sono stati diffusi durante l’assemblea dei soci riuniti a Cagliari per l’approvazione del Bilancio 2015.

Secondo la relazione sulla gestione, infatti, i costi operativi di questa industria dell’acqua sono passati da 191 milioni di euro nel 2014 a 196,3 mln nel 2015 (una variazione di appena il 2%) mentre nel 2002 le precedenti gestioni avevano costi operativi di 177,7 mln. Importo che, adeguato all’inflazione, è pari agli attuali 221,8 mln. Il risparmio è stato quindi di 25,5 mln di euro. Sempre nello scorso anno sono aumentati gli interventi nelle reti grazie a una maggiore stabilità finanziaria dell’azienda: le manutenzioni ordinarie (20.130 interventi) hanno segnato un +3,7% mentre quelle straordinarie (1.632 interventi) +16,5%. Il 2015 si è anche caratterizzato per gli appalti relativi a tutti i 60 milioni di euro dei fondi Cipe destinati a interventi strategici nel settore fognario-depurativo, seguiti nel 2016 dagli appalti per tutti i 75 milioni di euro nel settore idrico-potabile.

Secondo quanto ha spiegato l’amministratore unico della società, Alessandro Ramazzotti, “il valore dei cespiti di Abbanoa è stimato in 3 miliardi di euro, mentre per le manutenzioni da eseguire sono necessari 100 mln. Servono, invece, 1,5 miliardi per rimettere in sesto l’intero sistema“. Nel frattempo Abbanoa ha rivoluzionato completamente la rilevazione dei consumi delle utenze. Dopo aver introdotto le letture certificate tramite palmari elettronici, dall’anno scorso ha avviato una fatturazione, esclusivamente a saldo (salvo i casi di contatori interni alle abitazioni) trimestrale nei grandi centri e quadrimestrale in tutti gli altri Comuni. Le letture certificate sono state oltre due milioni, segnando un più 60% rispetto al 2014. Ciò ha comportato sia l’emissione con periodicità più frequente delle bollette, sia la diminuzione degli importi di ogni singola fattura: in media da 255 euro nel 2014 a 183 euro nel 2015. Controlli più stringenti anche su chi non paga: aumentano del 346% gli slacci (da 1.251 nel 2014 a 5.576 nel 2015), mentre diminuiscono del 14% gli abusi rilevati.

 

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