Abbanoa a caccia di morosi seriali: cauzione legittima, ma dubbi sui conti

Depositi cauzionali: Abbanoa incassa il via libera dell’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico (Aeegsi). “Sì” con qualche riserva sul calcolo: «L’unico appunto – ha chiarito l’amministratore unico Alessandro Ramazzotti – riguarda il metodo che noi abbiamo usato; secondo l’autorità non dovevamo includere nel prezzo finale anche l’iva al 10%. Abbiamo – da oggi – 180 giorni di tempo per definire la questione e, anche se dovessimo restituire i soldi, parleremmo di somme minime che variano da 1,22 euro per cliente non residente a 5,21 euro per utenza non domestica. In totale circa 450 mila euro su 39 milioni di euro incassati regolarmente».

La novità, maturata di recente, dà occasione ai vertici dell’ente gestore per incassare una vittoria maggiore: «Con questo pronunciamento – ha evidenziato il direttore generale Sandro Murtas – si stabilisce in modo inequivocabile che il deposito cauzionale è dovuto, con buona pace dei contestatori seriali.

L'amministratore unico di Abbanoa, Alessandro Ramazzotti
L’amministratore unico di Abbanoa, Alessandro Ramazzotti

Il deposito è una forma di garanzia che il cliente presta al gestore per tutelarlo da eventuali insolvenze, uno strumento a presidio della morosità, ed è stato disciplinato dall’Authority; funziona come la caparra di un affitto che è restituita maggiorata degli interessi legali. L’ammontare è pari a un quarto degli importi medi fatturati nell’arco di un anno per tipologia d’utenza, in media circa 52 euro. Sono esenti dal pagamento le famiglie a basso reddito e gli utenti che hanno attivato la domiciliazione bancaria e postale; sono previste altre agevolazioni per le associazioni no profit e gli edifici di culto. Dopo aver ottenuto la certificazione dei conguagli regolatori, chiederemo all’Autorità competente di fare altrettanto con i depositi».

Il moroso seriale. Il passo successivo è la guerra a chi non paga, sia i depositi cauzionali sia le bollette. Stando ai dati forniti da Abbanoa, a oggi, 37 mila clienti su 715 mila totali non hanno versato il deposito entro il mese di giugno. Il mancato incasso è di 2,7 milioni di euro. Con un risvolto ben più grave: «Dai dati dei solleciti – dicono Ramazzotti e Murtas – emerge che gli utenti che non hanno pagato il deposito hanno in media quattro bollette non saldate, stiamo parlando di un monte d’insoluti di 427 mila fatture per un importo di 157 milioni di euro».

In Sardegna – secondo Abbanoa – due clienti su dieci non pagano regolarmente la fornitura. «Una cosa intollerabile che va a scapito delle persone oneste – attacca Ramazzotti – e la nostra battaglia è di giustizia e di equità. Per quanto riguarda le povertà estreme credo che l’istituzione di un fondo specifico – tema su cui si sta ragionando a livello politico – vada nella direzione giusta».

Sui rapporti non sempre idilliaci con le Autorità varie (l’Antitrust ha pure comminato una sanzione da oltre un milione di euro per pratiche commerciali scorrette a carico dei consumatori – ndr), Murtas afferma: «I controlli sono stati la nostra ancora di salvezza e ci hanno permesso di uscire con maggiore serenità dal caos ereditato». E sulla gestione e sullo stato di salute della società, Murtas ribadisce: «I conti sono in ordine, abbiamo raggiunto l’equilibrio economico, patrimoniale e finanziario. L’anno passato abbiamo incassato 207 milioni di euro, quest’anno chiuderemo a 300 milioni. Siamo soddisfatti ma c’è molto da fare soprattutto sulla qualità del servizio».

All’orizzonte ci sono altre novità: «Entro dicembre adotteremo un nuovo sistema informatico e nel 2016, invece, ci faremo carco delle situazioni dei pip (piani d’insediamento produttivo), degli acquedotti rurali e degli otto consorzi zir. Da gennaio – conclude Ramazzotti – inizieremo a inviare il pagamento dei conguagli regolatori spalmati in quattro anni che valgono in media 155 euro a famiglia».

Giovanni Runchina

 

(Foto Roberto Pili)

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