Maggiori consumi per l’estate 2017 e potabilizzatori spinti quasi al massimo per garantire l’acqua ai sardi e ai turisti. Abbanoa, che in Sardegna gestisce oltre 40 impianti che trattano per l’85% della risorsa proveniente dagli invasi rendendola potabile, registra incrementi tendenziali di consumi nell’ordine di un +10%, soprattutto nelle zone costiere.
Secondo il monitoraggio effettuato dal Gestore, in Gallura l’impianto dell’Agnata (che alimenta Arzachena, Golfo Aranci, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Monti, Sant’Antonio, e Telti) ha avuto un aumentato del 9% rispetto all’anno scorso. Si è già attestato al 7% l’aumento per l’altro potabilizzatore al servizio della Sardegna nord-orientale, Pedra Majore (La Maddalena, Palau, Santa Teresa, Trinità d’Agultu, Badesi, Aglientu, Valledoria e Santa Maria Coghinas). Un +17% è stato registrato negli impianti di Monte Agnese al sevizio di Alghero e di Sarroch che serve anche Villa San Pietro, Pula e fascia costiera fino a Chia. Infine un +40% a Siniscola.
L’aumento delle temperature ha fatto impennare i consumi anche nei centri dell’interno della Sardegna. Il potabilizzatore di Torrei (Tonara, Aritzo, Austis, Belvì, Desulo, Meana Sardo, Ortueri, Ovodda, Sorgono e Tonara) sta marciando con una produzione aumentata dell’11% mentre quello di Jann’e Ferru (Nuoro, Mamoiada, Orgosolo e altri 15 comuni della provincia) ha superato il 10%. Per quanto riguarda le aree più densamente abitate si registra un incremento del 12% di acqua prodotta a Truncu Reale (Sassari, Porto Torres e Stintino) e del 3% nell’impianto di Simbirizzi (Cagliari e area metropolitana).
“Aumenti generalizzati dei consumi dovuti alle presenze turistiche, una pessima condizione dell’acqua, unita a condizioni climatiche eccezionali hanno richiesto un impegno tecnico-organizzativo straordinario per affrontare l’onda d’urto estiva che quest’anno è arrivata in anticipo rispetto agli anni scorsi – osserva l’amministratore unico Alessandro Ramazzotti – Non tutti sanno che il periodo siccitoso peggiora notevolmente l’acqua degli invasi rendendo sempre più difficile la produzione di acqua potabile. Questo, unito all’aumento dei consumi, ci costringe a spingere oltre le loro potenzialità i nostri impianti, già oggi vecchi e sottodimensionati”.