I condòmini di un palazzo chiedono a Abbanoa la fornitura dell’acqua a mezzo di contatori individuali. La società rifiuta la richiesta e per tutta risposta procede allo slaccio dell’acqua lasciando 15 famiglie senz’acqua. È accaduto giovedì scorso a Iglesias, nel condominio “Rosetta”, un palazzo di quattro piani, senza ascensore, dove nove appartamenti sono privati e gli altri sei sono di proprietà comunale. Quattro di questi alloggi sono occupati da soggetti disabili di cui uno, all’ultimo piano, è una donna anziana non più autosufficiente.
La storia. Il palazzo è ubicato nella via Vittorio Veneto. Una strada centrale e molto trafficata. Nonostante però il palazzo sia ben visibile Abbanoa si è “dimenticata” , a suo tempo, di procedere al suo allaccio alla rete pubblica tramite i propri contatori. Nei rubinetti degli appartamenti però l’acqua ha continuato a scorrere normalmente, in questi anni, tramite il vecchio allaccio alla rete comunale. I condòmini, dal canto loro, preoccupati delle conseguenze per il mancato passaggio alla gestione di Abbanoa, più volte hanno sollecitato il gestore idrico alla regolarizzazione della posizione. Senza però ottenere mai risposte. Fino a quando, alla fine di ottobre, l’amministratore del palazzo chiede ufficialmente la regolarizzazione contrattuale del condominio tramite allacci indipendenti alle singole utenze, così come deliberato dall’assemblea del condominio. A questa richiesta Abbanoa risponde il 4 novembre tramite email comunicando che, per ragioni tecniche, “al momento non è possibile procedere all’allaccio idrico sulle singole utenze”. E pone l’ultimatum: “ Si rende necessario entro 5 giorni procedere alla regolarizzazione della posizione contrattuale del condominio. In assenza di riscontro il Gestore procederà allo slaccio delle derivazioni irregolari”. “Ho predisposto e inoltrato la pratica, conferma Stefano Fadda, amministratore del condominio, e pagato quanto richiesto dalla società idrica, in tutto circa 850 euro, pensando che tutto si risolvesse”. Poi, invece, l’amara sorpresa. Il giorno 10 dicembre i condòmini si accorgono di essere rimasti senza acqua. Pensano a un guasto. Si rivolgono agli uffici di Abbanoa senza ottenere nessuna spiegazione. Allora si rivolgono all’amministratore, il quale a sua volta si rivolge al Gestore dal quale riceve sempre la stessa risposta. “È necessario montare un singolo contatore per tutto il palazzo perché non è possibile fare altrimenti”. A nulla servono le proteste dei cittadini.
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L’epilogo. Da giovedì scorso gli abitanti del palazzo Rosetta vanno avanti con acqua portata con le taniche e le bottiglie di acqua minerale, per cinque piani, senza ascensore, con enormi problemi. I disagi più grandi alla donna disabile e non più autosufficiente, e ai figli che devono accudirla, che abita all’ultimo piano. I figli della donna si sono rivolti anche al sindaco Emilio Gariazzo, rappresentando i gravi disagi subiti, senza però ottenere alcuna soddisfazione.
Il nuovo episodio ripropone con forza il tema dell’interruzione coatta di un servizio fondamentale come la fornitura dell’acqua potabile. Un bene primario di cui tutti i cittadini hanno bisogno. E ripropone ancora una volta il discutibile atteggiamento di forza rappresentato dal gestore idrico, dalla sua posizione monopolista, nei confronti dei cittadini che non hanno mezzi per difendersi se non il ricorso alla magistratura ordinaria. I cui tempi, però, mal si conciliano con le esigenze del quotidiano vivere civile.
Carlo Martinelli
LA REPLICA INTEGRALE. In merito al servizio Abbanoa in una nota precisa che non si tratta affatto di uno slaccio per morosità. Il condominio era allacciato abusivamente alla rete idrica con un collegamento diretto e quindi senza contatore. Una situazione che, secondo il gestore, non poteva essere più tollerata. Per anni, spiega ancora la nota, gli abitanti del condominio hanno beneficiato gratuitamente del servizio idrico integrato senza averne alcun titolo. Secondo quanto riferito “non esiste alcun contratto”. Non solo: “Abbanoa aveva già richiesto la messa in regola di questa utenza abusiva alcuni mesi fa. Alla fine il collegamento abusivo è stato rimosso”.
Come spesso accade, sintetizza Abbanoa: “Soltanto dopo la chiusura della fornitura i beneficiari hanno deciso di mettersi in regola. Hanno pagato la sanzione e presentato la richiesta di contratto che deve essere ancora integrata dai requisiti di possesso (proprietà o affitto) degli appartamenti per poter ricostruire i consumi pregressi”. Quando l’utenza sarà regolarizzata – si legge infine – Abbanoa attiverà il servizio finalmente regolarizzato