di Vito Fiori
Importante accordo tra Regione, Comune di Cagliari, Autorità portuale e marittima, Università e Agenzia del Demanio per la riqualificazione di tre importanti edifici pubblici. Il Piano città appena sottoscritto riguarda infatti il carcere di Buoncammino, la caserma Cascino e il sito dell’aeronautica militare. Questo pomeriggio, nella sala Emilio Lussu di Villa Devoto, la firma della presidente della Regione Alessandra Todde, del sindaco di Cagliari Massimo Zedda, del presidente Massimo Deiana, del rettore Francesco Mola e della direttrice nazionale del Demanio Alessandra dal Verme.
“Si tratta di uno strumento che ci permette di pianificare con le istituzioni la rigenerazione e la digitalizzazione di siti di un certo rilievo. Lo si farà in chiave moderna e identitaria. Mi piace l’idea che il vecchio carcere, da luogo di sofferenza, subisca una catarsi trasformandosi in un luogo di incontro e di pace. Il progetto prevede una multifunzionalità dell’edificio, guardando anche alla logistica della pubblica amministrazione. Si potrebbe ospitare l’Archivio di Stato, una pinacoteca, una biblioteca e delle caffetterie”.
Zedda ha ricordato l’iter della Manifattura Tabacchi e delle interminabili discussioni su chi voleva trasformarla in parcheggio o in casinò: “Alla fine l’abbiamo spuntata noi e il risultato è sotto gli occhi di tutti”. Quindi, ha aggiunto: “Non è scontato che la collaborazione tra diversi enti produca buoni frutti. Posso però dire che in questi mesi, ci siamo insediati io a luglio e la Todde ad aprile, stiamo lavorando molto bene su diverse cose”.
Alessandra Todde, mutuando l’espressione usata poco prima da Massimo Deiana, ha sottolineato l’importanza “che sia una governance multilivello ad occuparsi di questi progetti”. Auspicando: “È un’opportunità che non potevamo farci sfuggire. Con questi interventi potremmo rendere la città più aperta, più globale e più multietnica”.
I costi della progettazione saranno a carico dell’Agenzia del demanio, aspetto non secondario e molto oneroso. I finanziamenti, invece, arriveranno una volta conclusa la procedura. L’incontro, iniziato in ritardo sul previsto, è durato una mezz’ora, poi la solita parata davanti ai microfoni e ai telefoni per ripetere le cose sentite a turno dai partecipanti, con i giornalisti in piedi stipati nella sala che, a malapena, contiene l’enorme tavolo da riunioni e, giustappunto, gli ospiti dell’occasione con nutrito staff al seguito (tutti seduti).