Questa mattina è arrivata a Cagliari la nave militare irlandese James Joyce con a bordo 617 migranti soccorsi lunedì nel Canale di Sicilia dalla Guardia costiera nazionale. La Capitaneria di porto di Cagliari sta coordinando tutte le operazioni portuali, la Prefettura ha predisposto – con Questura, Protezione civile, Polizia, Croce rossa italiana, Asl e associazioni di volontariato – il campo per l’accoglienza. Sono state montate tutte le tende che saranno utilizzate nelle prossime ore per le visite mediche e le operazioni di identificazione. Sbarcheranno dalla nave 454 uomini, 138 donne e 25 minori, non si sa quanti di questi non accompagnati. La Prefettura ha individuato in tutta la Sardegna i centri in cui saranno ospitati, anche se ormai la situazione è al collasso: 293 migranti rimarranno a Cagliari, 186 andranno a Sassari, 80 a Nuoro e gli altri ad Oristano. Per far fronte all’emergenza accoglienza la Prefettura di Cagliari ha aperto una nuova gara per trovare nuove strutture di accoglienza.
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Uno sbarco, quello di oggi, che desta più di una preoccupazione. Perché non ci sono abbastanza posti disponibili, perché il sistema per l’accoglienza dei minori ancora non è a regime, perché l’emergenza non è più emergenza ma una prassi che non consente una vera integrazione degli stranieri. A far emergere dubbi e perplessità sulla decisione del Governo di inviare altri 617 stranieri nell’Isola è stato Francesco Pigliaru, presidente della Giunta regionale. “Mentre confermiamo il nostro contributo a gestire il fenomeno dei migranti nel rispetto delle quote assegnate – ha scritto ieri in una nota – dobbiamo constatare che le informazioni ricevute dalla Prefettura ci dicono che, con loro, supereremo di 500 la quota di riparto delle presenze”.
I numeri. Appena qualche settimana fa si era riunito il Tavolo regionale di coordinamento dei flussi migratori non programmati, struttura interassessoriale che si occupa della gestione dei migranti in cerca di protezione internazionale in Sardegna. I numeri dell’accoglienza erano allora già critici: 4259 migranti arrivati nell’Isola nei primi 7 mesi del 2016, una cifra di poco inferiore a quella registrata per l’intero 2015 con 5414 arrivi. Si tratta principalmente di nigeriani, gambiani, maliani, senegalesi, ghanesi e somali in cerca di asilo politico, in fuga da guerre e dittature; la Nigeria, ad esempio, è il paese dei terroristi di Boko Haram, responsabili di 11 mila morti violente nell’anno passato e dell’atroce rapimento di 276 studentesse nell’aprile 2014, molte di loro mai tornate a casa. La Sardegna dà assistenza ai migranti perché partecipa al piano di accoglienza nazionale che prevede di ospitare gli stranieri richiedenti asilo in base a precise quote regionali. Secondo il presidente Pigliaru però la quota del 2,96% assegnata alla Sardegna è stata superata.
Gli sbarchi diretti. Ci sono anche i tanti nordafricani che sbarcano direttamente qui sfuggendo ai numeri di controllo nazionali: dal 1 gennaio a oggi sono 459, hanno viaggiato in piccole barche da pesca e sono approdati nelle spiagge del Sulcis, distanti poco più di duecento chilometri da Annaba, nel nord Algeria. Gli ultimi sono approdati ieri, 27 algerini tra cui anche una donna, è verosimile che i viaggi verso il Sulcis proseguiranno finché le condizioni del mare lo permetteranno. Gli sbarchi diretti implicano una procedura e un’accoglienza diversa da quella che si applica per chi viene inviato nell’Isola secondo il piano del Governo.
I minori stranieri non accompagnati. E poi c’è il problema dei minori stranieri non accompagnati: “Fino a ieri non sapevamo, neanche indicativamente, quanti minori si trovassero a bordo della nave militare irlandese arrivata oggi a Cagliari – continua il Presidente. – Ciò è grave, perché sappiamo bene che per loro serve un’organizzazione specifica, che coinvolge molti soggetti ed è particolarmente complessa. L’aumento esponenziale dei minori è un elemento di alta criticità e per questo motivo il Governo ha approvato la norma che prevede la creazione di strutture emergenziali in capo alle prefetture. Oggi però non potremo applicarla, perché il decreto attuativo è alla firma del Ministro”. Nei primi sette mesi del 2016 si contano 950 minori non accompagnati nell’Isola, soprattutto 16-17enni: dovrebbero essere ospitati in strutture dedicate gestite dai comuni ma attualmente in Sardegna ce ne sono solo 12 che danno alloggio a 290 ragazzi. Tutti gli altri, invece, vivono insieme agli adulti.
“Siamo vivamente preoccupati e ribadiremo al Governo, con accresciuta forza, la necessità del rigoroso rispetto delle quote a noi assegnate, così come quella di metterci urgentemente nelle condizioni di lavorare a un adeguato progetto di integrazione. Resta comunque forte la perplessità – conclude Francesco Pigliaru – sul fatto che continuino a essere portate in Sardegna persone che non vedono la nostra isola come meta accettabile del loro progetto di migrazione”.
Francesca Mulas