25 aprile, “I valori di Resistenza e Libertà più vivi che mai”

Che senso ha celebrare il 25 aprile oggi? Un coro unanime sembra levarsi in tutta l’isola, dalle associazioni di partigiani a quelle di ex combattenti, dai partiti politici ai comitati di cittadini e antifascisti: mai come ora è forte il desiderio di difendere i valori di repubblica e libertà, arginare le ideologie totalitarie, ripulire le città dai rigurgiti neofascisti. Cagliari, Sassari, Nuoro e altri centri isolani oggi commemorano quel 25 aprile del 1945 quando Milano e Torino, e a seguire il resto del paese, furono liberate dal fascismo e fu messa la parola fine alla seconda guerra mondiale.

Sono passati sessantanove anni, eppure ancora oggi i valori della Resistenza sembrano più forti e vivi che mai: ne è convinto Francesco Pigliaru, presidente della Regione Sardegna che questa mattina era presente al corteo organizzato come ogni anno a Cagliari dal Comitato 25 aprile: una presenza significativa la sua, dato che il presidente della Giunta precedente mai si era visto in piazza per celebrare la Liberazione. “La lotta contro il fascismo è un fondamento della nostra civiltà – ha sostenuto Pigliaru – una lezione che ha un valore straordinario ancora oggi. Ricordo che quando ero piccolo mio padre mi portava sempre alla manifestazione a Sassari, per me era un’emozione indescrivibile”.

Orgoglio nelle parole di Massimo Zedda, sindaco di Cagliari: questo 25 aprile, per il secondo anno consecutivo, la città ha detto no alla contro-manifestazione dei neofascisti in piazza Gramsci che si svolgeva gli anni passati: “Oggi è il giorno in cui ricordiamo la liberazione dell’Italia, se qualcuno ha da festeggiare qualcosa che va contro i valori della nostra storia può scegliere un altro giorno”.

Sui valori di Resistenza e Libertà si è soffermato anche Gianfranco Ganau, ex sindaco di Sassari e oggi presidente del Consiglio regionale, che ha presenziato alla cerimonia al Palazzo Ducale sassarese: “La mia è una generazione che grazie a quella lotta e a quei combattenti è cresciuta nella libertà, nella democrazia e nella pace, con le testimonianze dei genitori e dei nonni che hanno rappresentato la memoria storica con cui ci siamo formati e siamo cresciuti. L’abitudine alla libertà e alla democrazia non può far dimenticare il senso della privazione, il significato della negazione dei diritti fondamentali, la negazione delle intelligenze, l’oppressione, la persecuzione e quanto di peggio sia riuscito a rappresentare l’uomo su altri uomini. Anche per questo sono convinto che la Festa della Liberazione non debba diventare un puro atto celebrativo.

Le cerimonie di questa mattina hanno ricordato i Sardi caduti durante la seconda guerra mondiale: in diversi comuni sono state deposte corone di alloro per commemorare i partigiani sardi, i combattenti e le vittime che hanno perso la vita settant’anni fa in guerra. Un ricordo speciale per il comitato Se Non Ora Quando: a Cagliari hanno sfilato con le immagini di venti donne che hanno partecipato alla Resistenza e hanno fatto poi parte dell’Assemblea Costituente che ha dato vita alla nostra Costituzione: “Rita Montagnana, Lina Merlin, Teresa Mattei sono solo alcune delle donne che hanno partecipato alla creazione della storia dell’Italia – ricorda Rita Murgia del comitato SNOQ – e sono state portavoce dei principi che oggi leggiamo nella nostra Costituzione. E’ importante che oggi siano ricordate anche loro, perchè di solito la storia ricorda solo gli uomini”.

(nelle immagini la Festa della Liberazione a Cagliari)

Francesca Mulas

 

 

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