Terreni all’asta per i giovani agricoltori: nell’Isola 645 ettari, mutui per under 41

Un’occasione per chi vuole diventare un imprenditore agricolo, e se è giovane un’opportunità agevolata. Sono oltre 10mila gli ettari di terra, l’equivalente di 386 terreni agricoli, pronti per essere venduti all’asta in Italia. E per i giovani viene attivata la corsia preferenziale: mutui trentennali al cento per cento e sostegni ad hoc per l’imprenditoria agricola under 41. I terreni messi all’asta sono quelli della Banca nazionale delle terre agricole, nata con la Finanziaria del 2016 per rimettere in circolo i terreni pubblici in stato di semi-abbandono. E quello che l’Ismea, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, mette sul tavolo è il terzo lotto del patrimonio di cui dispone a bilancio.

Da oggi al 19 aprile è possibile inviare manifestazioni di interesse per l’acquisto di uno o più appezzamenti del lotto, che ha un valore minimo atteso di 130 milioni di euro. I ricavi della vendita saranno investiti integralmente nelle misure per i giovani agricoltori. Oltre metà dei terreni si trovano in regioni del Sud Italia come Sicilia, Basilicata e Puglia, il 23 per cento sono al Centro (soprattutto in Toscana e Puglia) e il 9 per cento al Nord. La superficie media dei terreni è di 26 ettari (più del triplo della media italiana). Le tipologie di colture più presenti sono seminativo (48%), prato o pascolo (22%), bosco (8%), uliveto e agrumeto (5% entrambi). I terreni si trovano per 68% al Sud Italia, per il 23% al Centro e per il 9% al Sud.

La mappa dei terreni disponibili si trova nel sito della Banca delle terre. Per la Sardegna sono a disposizione 654 ettari per un totale di 17 appezzamenti: nel Cagliaritano sono all’asta quattro terreni per un totale di 84 ettari, sette sono nel Sud Sardegna per oltre 313 ettari, nella provincia di Oristano sono tre per oltre 30 ettari, nel Nuorese uno di oltre 68 ettari e a Sassari due per 148 ettari circa.

La Bat è nata nel 2016 per agevolare l’incontro tra domanda e offerta di terra, raccogliendo e rendendo disponibili le informazione sui terreni. I primi due lotti hanno rimesso in circolo 402 terreni derivanti dalle operazioni fondiaria di Ismea per un totale di 10.574 ettari, di cui 4.643 aggiudicati a 129 imprenditori: il 75 per cento di questi sono giovani. “Abbiamo trasformato terreni virtuali, non utilizzati, in terreni reali, nuove storie di giovani imprenditori agricoli. La Banca delle terre è una grande opportunità per rafforzare l’agricoltura italiana”, ha sottolineato il direttore generale di Ismea, Raffaele Borriello.

L’Ismea registra “un ritorno in campagna delle nuove generazioni” con una crescita di oltre il 15 per cento di aziende condotte da under 35 dal 2015 a oggi, a fronte della flessione del numero di aziende agricole totali (-3%). Sono 57.083 le imprese agricole italiane condotte giovani imprenditori e 210.402 le realtà guidate da donne; con una quota rispettivamente del 7,7 per cento e del 28,4 sul totale dello stock di imprese iscritte al registro camerale a fine 2019. Sono i dati che l’Istituto ha presentato durante il lancio del terzo bando della Banca nazionale delle Terre Agricole alla conferenza “Seminiamo il futuro”. Anche le immatricolazioni alle Università di Agraria sono sempre di più, mediamente duemila iscrizioni in più all’anno a partire dal 2014, e l’incidenza del settore agricolo è “forte” tra gli sbocchi occupazionali delle nuove generazioni, secondo lo studio che vede nel settore non tanto una scelta di ripiego quanto “un effettivo interesse legato alla terra e all’ambiente, alimentato anche dalla maggiore sensibilità dei giovani per il tema della sostenibilità ambientale e da una maggiore consapevolezza del legame tra cibo e territorio”.

I giovani imprenditori agricoli possono essere degli importanti driver del cambiamento in campagna: sono mediamente più istruiti rispetto alle altre classi di età (51% di capi azienda giovani ha un diploma e il 16% una laurea anche non attinente a materie agronomiche), hanno aziende più grandi (18 ettari di Sau per azienda contro i 10 degli over 40), maggiore spirito imprenditoriale ( il 31% degli under 40 intervistati da Ismea ha intenzione di effettuare un investimento nel corso dei 12 mesi successivi, contro il 17% degli over 40) e propensione a fare rete. (mar.pi.)

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