di Guido Paglia
Per comprendere compiutamente il sovrano disprezzo che il governatore Christian Solinas nutre nei confronti dei media sardi che non ritiene “utili” per i suoi disegni egemonici, gli esempi sono infiniti. Ma l’ultimo episodio li batte tutti.
Il 28 Aprile, è noto, si celebra in Sardegna la cacciata dei piemontesi dall’Isola nel 1794. Il Viceré Vincenzo Balbiano e tutti i funzionari sabaudi che si erano fermamente opposti a riservare ai cittadini sardi cariche pubbliche, furono costretti a lasciare precipitosamente Cagliari, per evitare che le proteste ed i tumulti si trasformassero in linciaggi.
Così è nata “Sa die de Sa Sardigna”, la festa del popolo sardo istituita nel 1993 dal Consiglio Regionale. Una festa che riguarda tutti, senza eccezioni o divisioni di sorta.
Bene, una celebrazione del genere dovrebbe essere annunciata e pubblicizzata su tutti i media, non vi pare? Invece no, manco per niente. Secondo il presidente Solinas, basta e avanza ricordarlo attraverso L’Unione Sarda e naturalmente un bel collegamento di Videolina dalla Manifattura Tabacchi. Il tutto, a quanto pare, a cura del solito monopolista della comunicazione e delle pianificazioni pubblicitarie per svariate decine di migliaia di euro.
L’ipotesi di utilizzare altri media della carta stampata, radiotelevisivi e online? Esclusa. Non interessano. Basta e avanza beneficare il solo amico fidato Sergio Zuncheddu. Perché lui sì che garantisce un’informazione completa che non infastidisce mai il Governatore. E quindi va premiato. Applausi scroscianti.
Grazie a Dio, però, qualcosa forse si muove nella palude del mondo dell’informazione sarda. E così è arrivato l’orientamento di alcuni dei media regionali esclusi dalla pianificazione, di ignorare i lanci propagandistici del discorso celebrativo di Solinas da parte dei “trombettieri” regionali. Sacrosanto.
Su questa linea, c’è l’adesione piena dell’Editore, del Direttore e della Redazione di Sardinia Post.
Sipario.