Nasce ‘Sardegna green camping‘, il primo progetto sardo dedicato alla sostenibilità e al rispetto dell’ambiente nel settore del turismo all’aria aperta e per la prima volta i cento campeggi in attività in Sardegna potranno certificare ufficialmente la propria sostenibilità ambientale.
La certificazione nasce dalla firma del protocollo tra la Faita Federcamping Sardegna e Legambiente che vogliono lanciare una scommessa: rendere le proprie strutture sostenibili, non solo rispettando tutte le normative vigenti, ma anche impegnandosi a migliorare l’offerta turistica dal punto di vista ambientale. In Italia sono diverse migliaia le strutture turistiche che oggi rispettano, in modo volontario, il disciplinare di Legambiente Turismo. Il documento si sviluppa intorno a dieci sezioni: a partire da una corretta gestione e differenziazione dei rifiuti, alla gestione delle risorse idriche ed energetiche, dall’incentivare l’utilizzo di una mobilità meno impattante con biciclette, car sharing o mezzi elettrici, a un miglioramento dell’accessibilità nelle strutture anche per persone diversamente abili.
“Per noi è una sfida importante, molte delle nostre strutture sono situate in luoghi unici dal punto di vista ambientale e salvaguardare e migliorare il nostro ambiente naturale è una volontà di tutti i nostri associati. Questa consapevolezza e l’attenzione a queste tematiche ci permettono di creare delle prospettive durature per il nostro settore e garantire la conservazione della biodiversità del nostro ambiente naturale”, sottolinea Nicola Napolitano, presidente di Faita. “Siamo la prima organizzazione che sposa questi criteri e li promuove tra tutti gli associati, che già oggi pongono in essere molte di queste azioni a volte senza comprendere fino in fondo che oggi lavorare su questi argomenti ci rende più competitivi all’estero e più attrattivi per un turista sempre più orientato ad andare in strutture attente alle tematiche ambientali”. “Abbiamo chiesto a Legambiente turismo di sviluppare con noi un protocollo d’intesa, con cui ci impegniamo a raggiungere un livello di qualità sempre più alta. Dopo un primo screening, abbiamo capito che già oggi noi abbiamo il 100 per cento della raccolta differenziata, l’utilizzo di fonti rinnovabili, di sistemi di risparmio idrico e di riciclo delle acque. Siamo il primo caso di associazione a livello regionale che per tutti campeggi sta realizzando questo tipo di modello e vogliamo porci come esempio sia per l’Italia sia per l’Europa”.
Nelle dieci sezioni del disciplinare di Legambiente Turismo anche una sana alimentazione con prodotti locali, biologici oppure con certificazione etica, acquisti eco-sostenibili, la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale e interventi per contenere i rumori, segnalare agli ospiti eventuali orari di silenzio, regolare al minimo i volumi degli apparecchi che producono suoni o musica e ridurre l’impiego di mezzi a motore, permettere la presenza di animali domestici, privilegiare acquisti di beni riutilizzabili e l’artigianato locale per gli arredi, piantumare alberi autoctoni negli spazi esterni, utilizzare materiali di costruzioni locali e bio-edilizia.
“Questo protocollo conferma e consolida il rapporto virtuoso che lega Legambiente con il mondo del turismo nella nostra regione – spiega Annalisa Colombu, presidente di Legambiente Sardegna – che si conferma attento, sensibile, disposto a innovarsi. Le strutture ricettive sostenibili, e i campeggi in particolare, sono i primi testimonial di un modo di fare turismo che tutela le risorse, sostiene l’economia circolare, valorizza l’autenticità. Rappresentano un alleato fondamentale dell’Associazione nella sua missione di orientamento degli stili di vacanza, con l’obiettivo finale di sostenere uno sviluppo locale duraturo e compatibile”.