Il Gruppo d’intervento giuridico ha presentato un atto di opposizione formale alla richiesta di concessione demaniale marittima trentennale avanzata dalla società Wind Alfa srl, che prevede la realizzazione di una vasta centrale eolica offshore nel mare del Sulcis, al largo delle coste di Nebida, Carloforte, Gonnesa e Portoscuso.
Il progetto è imponente: 63 aerogeneratori offshore, ognuno con una potenza di 15 Mw, che svetterebbero per centinaia di metri sul livello del mare, per una capacità complessiva di 945 Mw. L’infrastruttura prevede inoltre due sottostazioni elettriche galleggianti, un sistema di accumulo a terra da 360 Mwh, e un’estesa rete di cavidotti da 380 kv con approdo a Portovesme, nel territorio comunale di Portoscuso.
Il Grig ha chiesto il diniego della concessione, sottolineando le gravi lacune nei procedimenti autorizzativi: mancano infatti sia la Valutazione ambientale strategica che la Valutazione di impatto ambientale. Ancora più grave, secondo l’associazione ecologista, è l’assenza di una valutazione degli impatti cumulativi derivanti dai numerosi altri progetti eolici offshore previsti nella stessa area.
Secondo il Grig, “sarebbe semplicemente assurdo, in queste condizioni, consegnare per pochi spiccioli migliaia di chilometri quadrati di mare a un soggetto privato”, che potrebbe escludere o regolamentare a pagamento attività fondamentali come la pesca, il transito commerciale e da diporto, e altri usi liberi del mare.
Altro punto critico riguarda la posizione geografica di parte degli impianti previsti: la richiesta di concessione include specchi acquei situati oltre il limite del mare territoriale italiano, in una zona priva di una definita Zona economica esclusiva, mai concordata con gli altri Stati rivieraschi del Mediterraneo occidentale come Spagna, Algeria e Tunisia, come richiesto dalla Convenzione Onu sul diritto del mare (Unclos).
Al momento, sono coinvolti nel procedimento enti istituzionali di rilievo, dalla Capitaneria di porto di Cagliari alla presidenza del Consiglio dei ministri, dal ministero dell’Ambiente alla Regione, fino ai Comuni direttamente interessati dal progetto. Il Grig sottolinea che non si tratta di una posizione pregiudiziale contro le energie rinnovabili: “La transizione energetica è necessaria, ma deve essere giusta, pianificata e rispettosa dell’ambiente e delle comunità locali. Non si può svendere il mare sardo senza un confronto pubblico, trasparente e strategico”.