Il Tar della Sardegna ha sospeso la caccia al coniglio selvatico. Ad annunciarlo è il presidente del Gruppo di intervento giuridico (Grig), Stefano Deliperi, dopo che l’associazione e il Wwf avevano presentato ricorso contro il calendario venatorio della Regione tramite l’avvocato Carlo Augusto Melis Costa. Nella motivazione scritta dai giudici del Tribunale amministrativo si legge che “il parere dell’Ispra (Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale) ha un rilievo centrale nella predisposizione del calendario venatorio e può essere disatteso sulla scorta, però, di una congrua motivazione che giustifichi, anche sul piano della logicità e della ragionevolezza, la diversa soluzione privilegiata”.
Anche nel caso le indicazioni dell’Istituto, sulla caccia al coniglio selvatico, fossero reputate “meramente programmatiche” sono il segnale della “necessità di una attenta ed immediata valutazione degli effetti del prelievo sulla sostenibilità biologica”. La Regione ha previsto un limite numerico di capi abbattibili sia giornaliero che complessivo, ma “non risulta che tale numero sia stato commisurato alla dinamica della popolazione e all’adozione di meccanismi di controllo sugli effetti del prelievo”, ne consegue “che gli indicati limiti numerici appaiono peraltro molto elevati, in rapporto al numero dei potenziali cacciatori ed anche tenuto conto del numero di capi che risultano prelevati nelle ultime stagioni venatorie”.
Il 9 giugno dell’anno prossimo è stata fissata l’udienza di discussione di merito, “decretando di fatto la chiusura della caccia ai conigli selvatico”, sottolinea Deliperi, che attacca la scelta del calendario venatorio regionale perché “aveva previsto ancora folli carnieri senza alcun reale censimento faunistico che assicuri la sopravvivenza della specie faunistica oggetto di caccia”.