Speculazione sulle rinnovabili, audizioni in Consiglio sul disegno di legge della Giunta

Sulle rinnovabili – e sull’assalto speculativo al territorio – nuova giornata di mobilitazione in Sardegna. Fuori dal palazzo i comitati territoriali che da anni si mobilitano contro i mega-impianti che impattano su paesaggio, campi agricoli e beni archeologici, mentre in Consiglio regionale si svolgevano le audizioni riguardo il disegno di legge di sospensione per 18 mesi della realizzazione di impianti eolici e fotovoltaici, voluto dalla Giunta Todde per provare ad arginare la speculazione in mancanza di una definizione delle aree idonee. Sullo sfondo, lo scontro con il Governo: prima un incontro con il ministro dell’Ambiente, Pichetto Fratin, che aveva fatto parlare alla presidente della Regione di un avvicinamento delle posizioni tra Cagliari e Roma. Poi la diffusione della bozza di decreto sulle aree idonee, vissuta dalla Giunta come uno schiaffo. Ora che le posizioni si sono riavvicinate di nuovo: una nuova bozza – come rivelato dall’Ansa – è stata trasmessa oggi dal Mase alle Regioni (coordinate in questo dossier dalla Sardegna), all’Anci e ai ministeri dell’Agricoltura e della Cultura. Il testo accoglie le proposte di modifica avanzate soprattutto dalla Sardegna, in particolare sull’eolico offshore e sulle competenze autorizzative delle Regioni.

I temi in particolare riguardano la possibilità di decidere delle richieste di autorizzazioni non ancora approvate e sull’eolico offshore: la Sardegna chiede che sia considerato impattante al cento per cento sull’Isola e non solo al 40 per cento ipotizzato dal ministero. Però intanto si procede sullo stop di 18 mesi. Se la necessità di una moratoria e di un freno deciso all’assalto è condivisa e trasversale, sulle modalità non c’è unanimità. Gli ambientalisti del Gruppo d’intervento giuridico per esempio non sono d’accordo sul disegno di legge di sospensione: “Se approvato così come è stato scritto, sarà sicuramente impugnato dal Governo e inoltre il problema è nazionale e serve, semmai, una moratoria a livello italiano”, ha detto Stefano Deliperi. “Se approvato così andrà incontro a un’impugnativa davanti alla Corte Costituzionale e sicuramente l’esito è abbastanza scontato perché c’è una giurisprudenza univoca nel corso degli ultimi anni, per cui le moratorie temporanee o prolungate da parte delle regioni, non sono consentite”. Per gli ambientalisti “non ha senso produrre folli quantitativi di energia se non per venire incontro agli interessi della speculazione energetica – prosegue Deliperi -. Perché sarà energia che non potremmo consumare, non potremmo conservare, e non potremmo portare dalla Sardegna alla penisola, perché i quantitativi sono enormi”.

“Di fronte all’accelerata che ha fatto il Governo noi stiamo ancora lì a perdere tempo ulteriore – dice invece Marco Pau, uno dei portavoce dei Comitati -. La nostra autonomia qui è sotto scacco”. Per i cittadini che si mobilitano da tempo contro la speculazione la norma da approvare “deve avere effetti immediati, deve partire dall’analisi del fabbisogno della Sardegna, non dalle imposizioni del ministero, secondo noi si deve subito mentre mano al piano energetico regionale fermo da anni, stabiliamo quali sono i limiti, lo aggiorniamo e su quello costruiamo le nostre proposte”.

Anci chiederà al Consiglio regionale che in attesa del decreto del Governo sulle aree idonee si approvi velocemente la legge di sospensione per 18 mesi, che ci dia il tempo di arrivare alla definizione delle aree idonee”, ha dichiarato la nuova presidente dell’associazione dei Comuni sardi, Daniela Falconi. “Chiederemo anche che i territori vengano coinvolti in questo processo – aggiunge – e che siano totalmente coinvolti nel processo di decisione. E poi, infine, serve una valutazione dell’impatto sulle future generazioni dell’energia che vogliamo, uno studio approfondito sulle reali necessità della nostra isola”.

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