L’emergenza siccità in Sardegna si aggrava e nel giro di un mese la riserva di acqua negli invasi diminuisce di 100 milioni di metri cubi: dal 62,8% al 57,4%, da 1145.63 milioni di metri cubi a 1048.06 milioni. A soffrire di più sono le campagne della parte Centro orientale dell’Isola, Ogliastra e Nuorese, ma la situazione è molto grave anche nel Sulcis. Lo certifica il monitoraggio mensile dell’Autorità di bacino, che impone una minore erogazione alle campagne per il livello di pericolo nei bacini artificiali.
Lo stop all’irrigazione è già arrivato nei campi nel distretto di Posada (dove il bacino di Maccheronis è al 26,8%) e nelle campagne di Torpè, Siniscola, Budoni e San Teodoro. La ‘grande sete’ colpisce anche il Sud est dell’Isola, con alcuni Comuni che hanno già dichiarato lo stato di calamità. A salvarsi, secondo i dati dell’Autorità di bacino, la Gallura con l’invaso del Liscia, che segna ancora valori positivi (71,7%), la zona del Tirso (85,8%) e le dighe sul Flumedosa (tra il 63 e l’80%), quest’ultime interconnesse tra loro e quindi con una maggiore capacità di accumulo. La situazione siccità nel suo complesso non consente di abbassare la guardia. Le utenze residenziali e turistiche non dovrebbero risentire della situazione.