La Sella del Diavolo finisce sotto la lente d’ingrandimento di Bruxelles. La Commissione Europea ha comunicato che la mancata attuazione dei piani di gestione delle due aree naturali protette situate nel promontorio cagliaritano – le Zone Speciali di Conservazione “Torre del Poetto” e “Monte S. Elia, Cala Mosca e Cala Fighera” – sarà uno dei casi oggetto di investigazione nell’ambito della procedura Eu Pilot 6730/14, attualmente in corso.
L’iniziativa, che mira a verificare il rispetto delle direttive europee in materia ambientale, riguarda in particolare l’applicazione della normativa sulla tutela degli habitat naturali e della biodiversità. L’inchiesta della Commissione nasce in seguito a segnalazioni e denunce di criticità nella gestione di queste aree, inviate nel tempo dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (Grig).
Secondo il GrIG, «è evidente il degrado crescente degli habitat naturali protetti della Sella del Diavolo, causato dalla continua percorrenza con mountain bike e dalla creazione di percorsi ciclistici abusivi, che provocano danni alla vegetazione e al suolo». L’associazione punta il dito contro quella che definisce «la colpevole ignavia delle amministrazioni pubbliche responsabili», in particolare – secondo gli ecologisti – la Regione e il Comune.
A preoccupare è il possibile avvio di una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea, scenario che comporterebbe per l’Italia il rischio di sanzioni economiche. Secondo la comunicazione della Commissione, in caso di mancato adeguamento, la Corte di Giustizia europea potrebbe condannare il Paese al pagamento di una multa e di una penalità giornaliera, commisurate alla gravità e alla durata della violazione.
Le due aree in questione fanno parte della Rete natura 2000, un insieme di siti europei ad alta valenza ambientale. In Sardegna se ne contano 128, fra Siti di interesse comunitario (Sic), Zone di protezione speciale (Zps) e Zone speciali di conservazione (Zsc), la maggior parte dei quali è gestita dalla Regione.