Taglio della vegetazione mediterranea per aprire nuove piste per mountain bike, realizzazione di trampolini per salti, piste con solchi di erosione sempre più profondi: la denuncia dell’associazione ecologista Gruppo d’intervento giuridico riguarda la Sella del Diavolo. Una situazione che va avanti nonostante “precisi obblighi di salvaguardia” e la tutela di una zona di grandissimo valore naturalistico e storico-culturale degradato da attività antropiche decisamente impattanti sui delicati habitat naturali”. Questo mentre – accusa il Grig – “le amministrazioni pubbliche competenti – Regione e Comune di Cagliari innanzitutto- dormono i sonni dell’ignavia, in attesa magari di chissà quale ennesimo progetto tanto dispendioso quanto evanescente per la tutela concreta del bene ambientale”.
I piani di gestione delle Zsc prevedono “il divieto di transito con mountain bike per evitare ulteriore degrado della vegetazione e l’incremento dell’erosione del suolo”. Ma ancora non hanno avuto attuazione, dicono gli ecologisti. “Ancora in queste ultime settimane sulla Sella del Diavolo sono stati verificati tagli di vegetazione mediterranea per realizzare nuovi percorsi per mountain bike, senza che nessuno ne risponda” è l’accusa. Sulla Sella del Diavolo sono presenti due siti di importanza comunitaria, Torre del Poetto e Monte Sant’Elia, Cala Mosca e Cala Fighera. Il piano di gestione dei Sic prevedeva il divieto di apertura di nuovi sentieri e il mantenimento di quelli esistenti “solo al fine di una loro percorribilità pedonale”.
L’assessorato regionale all’Ambiente ha approvato l’aggiornamento del piano di gestione delle Zsc: fra le misure regolamentari di conservazione si afferma che “è espressamente vietato, nel sito, il transito con mezzi ciclistici di qualunque tipologia”, quindi stop alle mountain bike sulla Sella del Diavolo. Il Comune di Cagliari, come qualsiasi altra amministrazione pubblica competente, è tenuto a dare immediata esecuzione alle disposizioni.