San Pietro e Sant’Antioco puntano sulla sostenibilità. Rifiuti, consumo del suolo, rinnovabili: il report sulle isole minori della Sardegna

Nella transizione ecologica delle isole minori italiane, la Sardegna si distingue come una delle realtà più virtuose. È quanto emerge dal rapporto “Isole Sostenibili 2025” diffuso da Legambiente e Cnr-Iia, presentato a Napoli durante il Green Med Expo & Symposium. Il dossier, che analizza le performance ambientali di 26 piccole isole italiane abitate, segnala l’Isola di San Pietro in cima alla classifica nazionale con un indice di sostenibilità del 62%, in netto aumento rispetto al 2024 (+8%). A seguire, sempre in Sardegna, l’Isola di Sant’Antioco, terza in graduatoria con il 57%, pur segnando un calo del 3% rispetto all’anno precedente.

Il report misura diversi indicatori ambientali – tra cui consumo di suolo, gestione dei rifiuti, uso dell’energia, risorse idriche, mobilità e protezione della natura – restituendo un quadro generale di progressi disomogenei. Se da un lato le isole sarde brillano in alcuni ambiti, dall’altro i dati evidenziano ancora margini di miglioramento per l’intero arcipelago nazionale.

In Sardegna, le isole del Sulcis spiccano soprattutto per la gestione dei rifiuti e l’energia da fonti rinnovabili. San Pietro e Sant’Antioco superano abbondantemente la soglia del 65% di raccolta differenziata fissata a livello europeo, raggiungendo rispettivamente l’88,95% e l’81,5%. Inoltre, Sant’Antioco è tra le prime tre isole italiane per potenza fotovoltaica installata, con 3.339 kw complessivi e un tasso di 0,31 kw per abitante, quasi il doppio della media nazionale delle isole minori. Altro dato confortante è il consumo idrico: con 251 litri/abitante/giorno a San Pietro e 294 a Sant’Antioco, entrambe le isole si mantengono al di sotto della media nazionale di 462 litri. Sul fronte delle perdite idriche, Sant’Antioco mostra un miglioramento netto rispetto al passato (-8,5%), sebbene con una dispersione ancora alta al 38%. La situazione è più critica a La Maddalena, dove la dispersione idrica arriva al 61%.

Sul tema del consumo di suolo, San Pietro e La Maddalena si segnalano positivamente con zero ettari consumati tra il 2022 e il 2023. Tuttavia, il tasso di motorizzazione resta elevato: 69 auto ogni 100 abitanti a La Maddalena, 63 a Sant’Antioco e 58 a San Pietro, valori sopra o in linea con la media delle isole minori. Un dato parzialmente compensato dalla qualità del parco auto: oltre il 45% dei veicoli in circolazione nelle isole sarde appartiene alla classe Euro 5 o superiore, a fronte di una media nazionale del 39%.

Nonostante i buoni esempi isolani, il quadro generale evidenziato dal report resta preoccupante. L’indice complessivo di sostenibilità delle isole minori italiane si ferma al 46,8% nel 2025, con un incremento minimo rispetto al 2024 (+1,3%). Solo sette isole sono interconnesse alla rete elettrica nazionale, mentre le altre 19 dipendono ancora da gruppi elettrogeni a gasolio. La raccolta differenziata, nonostante alcuni casi eccellenti, è ferma al 58% su scala nazionale, e la dispersione idrica sfiora in media il 42,3%.

Di fronte a questo scenario, Legambiente e Cnr-Iia chiedono l’adozione urgente di un Piano nazionale dedicato alle isole minori, basato su quattro pilastri: transizione energetica, gestione sostenibile delle risorse naturali, digitalizzazione e turismo sostenibile. La Sardegna – con San Pietro in testa – viene indicata come esempio concreto di cosa sia possibile realizzare quando amministrazioni locali e comunità collaborano per la sostenibilità. “Le isole del Sulcis sono per noi motivo di orgoglio – afferma Valentina Basciu, direttrice di Legambiente Sardegna –. San Pietro, in particolare, dimostra come il coinvolgimento attivo di cittadini e turisti possa tradursi in azioni concrete per la tutela ambientale e la qualità della vita.”

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