Ripristino della Posidonia oceanica danneggiata da pesca e navigazione, il progetto a Capo Carbonara

Le attività di ripristino delle praterie di Posidonia oceanica, uno degli ecosistemi marini più preziosi del Mediterraneo, stanno proseguendo in Sardegna con ottimi risultati. L’Area marina protetta di “Capo Carbonara”, nel Sud-est dell’Isola, è al centro di un progetto innovativo che mira a rigenerare queste praterie, gravemente minacciate dalla pesca illegale a strascico e dalla navigazione da diporto. Il progetto, avviato lo scorso anno dalla Fondazione Medsea, prevede il trapianto di talee prelevate da piante naturalmente sradicate in aree marine danneggiate. Quest’anno si prevede di completare il restauro di 500 metri quadrati, con l’installazione di circa 6.000 talee.

“La Posidonia oceanica è una specie endemica del Mar Mediterraneo e svolge funzioni essenziali per l’ecosistema marino. Protegge le coste dall’erosione, produce ossigeno, regola l’acidità dell’acqua e offre rifugio a numerosi organismi marini,” spiega Francesca Frau, biologa marina e coordinatrice del progetto Medsea. “Purtroppo, le praterie di Posidonia sono in regressione in tutto il Mediterraneo, anche a causa delle attività umane. Questo progetto rappresenta un intervento fondamentale per il recupero di questo habitat cruciale.”

Oltre alla Sardegna, anche altre aree del Mediterraneo sono coinvolte in iniziative simili. Recentemente, si sono concluse le attività di riforestazione marina a Malta, al largo di Qawra, dove è stato avviato il primo intervento di ripristino delle praterie di Posidonia oceanica. Le attività a Malta sono state coordinate dalla Fondazione Medsea in collaborazione con l’Università di Malta e altre istituzioni internazionali, con l’obiettivo di favorire il recupero di un habitat marino danneggiato dalla navigazione da diporto. Il progetto ha visto la piantumazione di circa 1.500 talee e la copertura di un ettaro di area marina a una profondità di 6 metri.

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