Rifiuti, nuovo Piano: più differenziata e “tariffa puntuale” grazie al microchip

La Giunta, su proposta dell’assessora all’Ambiente Donatella Spano, ha oggi approvato l’aggiornamento del Piano regionale dei rifiuti. Punto cardine: il potenziamento della raccolta differenziata. “L’Isola – ha detto la Spano – ha dimostrato di essere virtuosa nel panorama nazionale posizionandosi al settimo posto con il 56,4 per cento di rifiuti riciclati. Grazie all’attenta progettazione l’obiettivo è arrivata alla soglia dell’80 per cento entro il 2022”. Quindi tra sei anni.

Il governatore. Alla conferenza stampa di presentazione dell’aggiornamento ha partecipato anche Francesco Pigliaru. “Il Piano – ha spiegato il presidente – risaliva al 2008 e occorreva un aggiornamento migliorativo per rispondere ai più ambiziosi obiettivi di economia circolare, nel rispetto della normativa europea e a beneficio della Sardegna. Con questo nuovo piano mettiamo la Regione nelle condizioni di fare la propria parte per contribuire in Europa alla transizione verso un’economia verde e a basse emissioni. Nello stesso tempo promuoviamo le filiere del riciclo a partire da un’efficiente raccolta differenziata sino ad arrivare alla produzione di materie e prodotti riciclati favorendo la nascita di mestieri verdi e occasioni di lavoro per i sardi”.

Gli obietti. Il nuovo modello di raccolta differenziata si fonda sull’alta efficienza per “intercettare già a livello domiciliare – ha detto l’assessore – frazioni di rifiuto (frazione organica, carta, cartone, plastica, vetro, alluminio e legno) a basso grado di impurità, da inviare direttamente al riciclo. Si tratta quindi di un aggiornamento virtuoso con obiettivi molto sfidanti e assai coerente con le normative europee. Miriamo innanzi tutto a diminuire i quantitativi prodotti e la pericolosità dei rifiuti e ad accrescere il riutilizzo dei rifiuti urbani, oltre che il riciclo. Sul fronte della vigilanza, non verrà meno l’attenzione degli organismi di controllo agli impatti prodotti da ogni impianto perché uno sviluppo è davvero sostenibile se rispetta l’ambiente. Lo faremo – conclude la Spano – anche nel caso delle filiere dello smaltimento”.

Niente nuovi impianti. Il Piano non prevede un terzo termovalorizzatore in Sardegna e, per il periodo transitorio, “si farà ricorso ai soli impianti esistenti di Macchiareddu e Tossilo”, con tendenza a ulteriore riduzione dei rifiuti da bruciare. “Sulla base delle elevate percentuali di raccolta differenziata da raggiungere – continua l’assessore – viene minimizzato ulteriormente l’apporto dello smaltimento a una quota ridotta del rifiuto urbano. Nello specifico le analisi eseguite evidenziano che la frazione secca residua potrà essere direttamente sottoposta a termovalorizzazione, riducendo il conferimento in discarica”.

Tariffa puntuale, grazie al microchip. La Sardegna punta a diminuire del 10%, sino al 2022, la produzione di rifiuti (da 727,5 mila tonnellate a 690 mila) e ad aumentare il riciclo dall’attuale 43% al 70% attraverso il miglioramento delle piattaforme di lavorazione e a far diventare virtuosi tutti i 377 comuni sardi che dovranno dotarsi del sistema porta a porta e far pagare ad ogni famiglia l’esatta quantità dei rifiuti prodotti. In burocratese si chiama “tariffa puntuale”, in pratica un chip inserito nei bidoncini per la differenziata sarà letto dai mezzi degli operatori ecologici per definirne peso e quindi quanto conferito nella spazzatura nell’ambito del porta a porta. Entro gennaio, di un disegno di legge per il governo dell’unico Ambito regionale del ciclo dei rifiuti definito oggi con il piano stesso. Nella norma la Giunta, prima, e il Consiglio, poi, dovranno stabilire anche se, come è accaduto per Abbanoa, si dovrà andare verso un gestore unico pubblico, o optare per una società mista pubblico-privata o mandare a bando internazionale il servizio. In questo contesto si innesta il tema della tariffa. Le stime dell’assessorato parlano di una possibile riduzione euro/abitante del 15% rispetto a 2014, 174 euro ad abitante in media, dalla produzione al conferimento (che viene pagato dai Comuni circa 145 euro più Iva (la tariffa più alta, dice l’assessorato, è praticata a Tossilo), o riciclo. Un capitolo è lo smaltimento. Oggi delle 727 mila tonnellate prodotte in un anno poco meno della metà, 300 mila, arriva allo smaltimento: 110 mila bruciate nell’inceneritore di Macchiareddu, visto che quello di Tossilo, a Macomer, è in attesa di un ampliamento osteggiato da comitati e amministratori locali, il resto va nelle 8 discariche ancora aperte che, al ritmo attuale, possono ancora contenere rifiuti per 2-3 anni. L’obiettivo al 2022 è conferire ai due termovalorizzatori ‘solo’ 135mila tonnellate e azzerare la discarica. Come? Incrementando la differenziata sino all’80%.

 

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