Rifiuti nucleari, reazione dal Sarcidano: tante adesioni al comitato per dire ‘no’

Si chiama ‘Sar x Sar – No scorie Sarcidano per la Sardegna‘ ed è il comitato che in pochi giorni ha raccolto quasi duemila sostenitori in Rete per dire “no” all’ipotesi che l’Isola possa essere scelta come territorio per costruire il deposito di scorie nucleari. All’indomani dalla pubblicazione della Cnapi (Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee) dell’elenco delle zone adatte al deposito unico nazionale per lo stoccaggio di scorie nucleari, nel Sarcidano, uno dei territori che compare nella mappatura, si è scatenata subito la reazione spontanea di opposizione alla sola idea che un tale progetto possa essere realizzato, in qualunque luogo della nostra isola.

In poco più di una settimana 400 donne e uomini sardi si sono uniti, a livello digitale e 1500 persone hanno supportato la causa sulla pagina Facebook ufficiale del Comitato, esprimendo il loro secco rifiuto all’ennesimo atto di noncuranza della volontà popolare dei sardi. In breve tempo è nato un filo comunicativo diretto con le comunità, le amministrazioni e tutti gli organi che si occupano del rapporto col territorio.

Il comitato “ha lo scopo principale di manifestare opposizione a questo progetto, noncuranti di eventuali e immotivati tentativi di associare questo comitato a logiche di stampo Nimby (Not in my back yard) – spiegano i promotori – metteremo invece in campo tutte le nostre forze per dimostrare la nostra posizione di contrarietà, ma anche per fungere da mediatori tra istituzioni e cittadini”. L’obiettivo è riuscire a coinvolgere “nella divulgazione della nostra posizione tutti i sardi e manifesteremo vicinanza e presenza a tutti gli organi istituzionali in modo trasversale. Siamo un comitato spontaneo e popolare che vuole discutere la questione in termini politici apartitici, con uno spirito di partecipazione che chiede una gestione di tutela e valorizzazione del nostro territorio e dell’isola intera”.

Secondo i promotori dell’iniziativa, la Sardegna deve essere considerata per ciò che è già presente nel territorio e non per ciò che potrebbe esserci: “Riteniamo che il criterio di scarsa popolosità non possa in alcun modo giustificare l’aver ignorato la lampante volontà popolare dell’esito del referendum consultivo del 2011 .Chiediamo che tutta l’isola si unisca a questa chiamata di Unione sullo stesso fronte. Tutti i comitati devono coordinarsi, ognuno con le proprie peculiarità, per far fronte comune a un’idea che, per quanto succulenta, ha lo stesso aspetto di tante altre idee messe in campo dagli anni Sessanta in poi. Idee che hanno lasciato pance vuote, emigrazione e bonifiche solo promesse”.

Da qui la proposta che “la promozione e lo sviluppo dell’economia debbano seguire la naturale vocazione del territorio: la produzione agrolimentare di qualità, le eccellenze enogastronomiche, le attività presenti relative all’allevamento e all’agricoltura, la vocazione turistica, l’enorme patrimonio archeologico, storico demoetnoantropologico e paesaggistico. Queste caratteristiche costituiscono un patrimonio naturale e culturale unico al mondo e insostituibile da mantenere e preservare, anche e soprattutto per le generazioni future”. Sono già in corso incontri e tavoli di lavoro e di consultazione con i tecnici per seguire le procedure del progetto. Obiettivo finale è una relazione tecnica da consegnare alla Sogin.

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