Bruciavano imballaggi di plastica, teloni e altro materiale proveniente dalle loro attività, così evitavano di dover riciclare o pagare per lo smaltimento dei rifiuti. Lo ha scoperto il personale del Corpo forestale durante una serie di controlli per individuare discariche abusive e luoghi di roghi a Cagliari, Monserrato, Quartu, Quartucciu, Sestu e Assemini. L’operazione, denominata “Fumo nero“, si è conclusa con 11 indagati per discarica abusiva e combustione di rifiuti, il sequestro di aree per tre ettari e sanzioni amministrative per 29mila euro. Le ispezioni sono state condotte dalle stazioni Forestali di Cagliari, Uta e dal Nucleo investigativo. In tutti i casi i responsabili sono stati sorpresi mentre bruciavano i rifiuti, soprattutto di notte o all’alba, e a volte li interravano. “L’attività illecita dell’incenerimento dei rifiuti è particolarmente insidiosa per la salute pubblica a causa delle sostanze tossiche dall’odore acre che si disperdono in atmosfera, estremamente dannose per l’ambiente e per la salute – spiegano dal Corpo forestale -. L’ulteriore conseguenza del reato consiste nell’inquinamento del suolo e, per dilavamento, anche delle acque di falda“. Tutti gli indagati sono residenti nell’hinterland di Cagliari, alcuni sono proprietari dei terreni in cui venivano accumulati e bruciati i rifiuti, altri sono titolari di imprese di costruzioni, trasporti o agricole che “sistematicamente bruciano imballaggi in plastica o teloni utilizzati per coltivazione in serra”, precisano dalla Forestale.
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