Recupero rifiuti in mare a Capo Caccia: trovati rame e pneumatici di camion

Recuperare i rifiuti nei fondali e salvaguardia la biodiversità marina. È l’obiettivo del progetto “A pesca del rifiuto” promosso e gestito dall’Area marina protetta Capo Caccia-Isola Piana che ieri ha fatto tappa a Fertilia. “Da un primo resoconto, a circa otto mesi dal suo avvio – sottolineano il presidente, Raimondo Tilloca ed il direttore, Mariano Mariani – sono stati mappati più di 15 chilometri di fondale dell’Amp mediante l’uso di Rov (veicolo a pilotaggio remoto) per individuare le zone a maggiori concentrazioni di rifiuti e verificarne l’impatto sulla biodiversità. Sono state condotte più di 70 operazioni di recupero di rifiuti e attrezzi da pesca abbandonati. Sono stati prelevati circa 1800 chili di rifiuti, tra cui 350 nasse e 350 chili di cime e reti abbandonate, 20 pneumatici di camion, 200 chili di materiale ferroso e vecchie ancore, due motori e parti dello scafo di due imbarcazioni abbandonate sul fondale.Sono stati raccolti oggetti di plastica provenienti tra l’altro dalla Spagna e dai paesi del Nord Africa, a testimonianza di come i rifiuti siano un problema ambientale senza confini, che riguarda l’intero Bacino Mediterraneo.  Sono state monitorate 42 operazioni di pesca per verificare la sostenibilità della pesca in area marina”.

“Fondamentale è la crescita del rapporto di collaborazione che si è instaurato tra Area Marina, pescatori e Amministrazione Comunale –ha evidenziato l’Assessore all’ambiente del Comune di Alghero, Andrea Montis – impegnata attivamente sia nel coinvolgimento del pescatori, che nello smaltimento dei rifiuti raccolti, rapporto che pone le basi per una gestione partecipata dell’ambiente tra tutti i portatori di interesse coinvolti. Sui temi della pesca abbiamo avviato un nuovo percorso di collaborazione fra Comune e Amp, che riguarderà anche il tema del riccio di mare, la sua tutela e un piano di ripopolamento data la situazione di forte criticità. Da questa collaborazione ci aspettiamo importanti risultati in termini sociali. I pescatori della piccola pesca artigianale e i pescatori subacquei professionisti, che hanno deciso di investire parte del loro tempo nel preservare la qualità dell’ambiente dell’area marina, sono remunerati economicamente, un sostegno al reddito che diventa particolarmente importante in questo periodo di grave crisi economica legata alla pandemia”. Il progetto si protrarrà per altri 10 mesi.

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