Sant’Antioco tra le isole minori ha uno degli indici di sostenibilità più alto. È al secondo posto con il 60% ed è preceduta solo da Capri. La Maddalena invece ha invece uno dei tassi di dispersione idrica più alto con il 63% ed è preceduta solo da Ventotene.
Sono solo due dei dati dell’osservatorio nazionale delle 26 isole minori italiane che viene redatto ogni anno da Legambiente. È uno studio, si legge, che serve per monitorare l’evoluzione dei cambiamenti che interessano le isole e indirizzare poi decisioni e scelte consapevoli per la loro tutela. Vengono analizzati il consumo del suolo, la raccolta dei rifiuti, la gestione idrica, la mobilità, l’energia e le aree protette. Il rapporto, come detto, prende in esame 26 isole e tra queste ce ne sono tre in Sardegna: La Maddalena, Sant’Antioco e San Pietro. Vediamo quali sono le loro performance in tema di sostenibilità.
La Maddalena ha un consumo del suolo totale che è pari al 7,7%, dal 2006 ad oggi ha avuto un aumento del 3,95%. Il consumo di suolo risulta contenuto, ma la tendenza degli ultimi anni ha visto una lieve crescita del dato, cosa che parlando di un’isola, non è da sottovalutare. È stato già riferito del record negativo nella perdita di acqua potabile dalle reti comunali. La raccolta differenziata è in linea con gli obiettivi europei mentre il tasso di motorizzazione è sopra alla media nazionale.
“La Maddalena – si legge nel rapporto – è stata nominata Isola Europea dello Sport per il 2025, una neonata onorificenza che dimostra la volontà di investire in questo settore, anche per diversificare le presenze nel corso dell’anno e trovare una chiave di sviluppo dell’isola diversa da quelle tradizionali. C’è da augurarsi che la costruzione dei nuovi impianti e il rifacimento dei vecchi siano un’occasione anche per la sostenibilità.”
San Pietro, nell’arcipelago del Sulcis ha quasi 6000 abitanti e un tasso di consumo del suolo del 5,39%. Molto contenuto il dato sull’aumento tra il 2006 e il 2022 del consumo rispetto al totale, pari a solo lo 0,78%. Le perdite d’acqua sono pari al 46,33, quindi anche in questo caso molto alte. Ottime le performance nella raccolta differenziata ai livelli delle migliori realtà nazionali.
“Sull’isola – si legge – la produzione di energia avviene da fonti rinnovabili, ma non riesce a coprire l’intero fabbisogno; San Pietro però è connessa alla rete nazionale. In corso anche la costruzione di una Comunità energetica rinnovabile, grazie al progetto europeo React, che ha spinto il Comune di Carloforte ad adottare l’uso di auto elettriche nella sua flotta e promuovere il noleggio di motoveicoli elettrici”.
Anche Sant’Antioco ha fatto registrare buonissimi risultati nella raccolta differenziata. Male invece la dispersione idrica al 46,56%. “Il tasso di fotovoltaico pro-capite va incrementato, nonostante sia uno tra i più alti delle isole considerate nel report – evidenziano nel rapporto – ma la sfida energetica e climatica va affrontata in maniera determinata e servono ancora sforzi e la volontà politica, oltre che culturale, per fare quello step in più che serve al Paese con il contributo di tutti i territori. Il consumo di suolo è rimasto complessivamente basso e le aree a rischio idrogeologico coinvolte non sono state eccessive in termini percentuali.”
Massimo Sechi