Ppr e Piano casa bocciati dal Governo. Ambientalisti: ‘Teniamo alta la guardia’

L’impugnazione da parte del Governo della legge sull’interpretazione autentica del Ppr e della proroga del Piano casa è un successo per gli ambientalisti che, dall’inizio, avevano dichiarato guerra ai due provvedimenti. Il Gruppo di intervento giuridico (Grig) ha avviato una raccolta di firme che ha superato il traguardo delle trentacinquemila per una petizione che ha come obiettivo salvare l’Isola “da nuove colate di cemento sui litorali”. I due provvedimenti impugnati dal Governo, andranno davanti alla Corte Costituzionale che dovrà valutarne il merito. Per i rappresentanti del Grig, però, le 35mila firme raccolte sono un segnale forte rispetto alla volontà da parte dei cittadini di mantenere il vincolo di inedificabilità nella fascia dei 300 metri sulla costa, vincoli previsti dalle leggi vigenti e dal Piano paesaggistico regionale.

“Migliaia e migliaia di cittadini – commenta il leader del Grig, Stefano Deliperi – chiedono a gran voce una scelta di salvaguardia ambientale, una scelta per preservare il futuro, una scelta di civiltà. Altro cemento sulle coste non vuol dire turismo, significa solo degrado ambientale e perdita di attrattiva”. Il Grig, inoltre, rivendica la battaglia che ha portato all’impugnazione, ricordando che “il Consiglio regionale, a maggioranza, ha approvato una legge illegittima di interpretazione autentica del Ppr che consentirebbe la riscrittura del piano nelle sue parti fondamentali (fascia costiera, zone agricole, beni identitari). In pratica – denuncia Deliperi – la Giunta Solinas sarebbe così autorizzata a mettere mano alle parti fondanti del Ppr in gelosa quanto interessata solitudine, senza ottemperare agli obblighi di pianificazione congiunta con il Mibatc. La motivazione dichiarata, legata al voler consentire il completamento della nuova strada statale a quattro corsie Sassari-Alghero, è una sfrangiata foglia di fico che maldestramente prova invano a coprire la solita, consueta, voglia mattonara”.

Atteggiamento prudente da parte del Wwf Italia che se da un lato gioisce per l’impugnazione dall’altro avverte: “Non è il momento di facili trionfalismi perché, prima che le Corte Costituzionale si pronunci, le leggi sono comunque in vigore e possono già produrre effetti”. Il delegato, Carmelo Spada, infatti, annuncia: “Qualora venissero rilasciate autorizzazioni regionali o comunali che porterebbero alla compromissione della coste, del patrimonio ambientale e della biodiversità della Sardegna, la nostra associazione valuterà l’opportunità di presentare ricorso al Tar con richiesta di sospensiva dell’eventuale atto concessorio”.

Spada ricorda anche che, nelle scorse settimane, “il Wwf Italia aveva inviato un dossier al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, ai ministri dell’Ambiente, Sergio Costa, dei Beni culturali, Dario Franceschini e degli Affari Regionali Francesco Boccia, con la richiesta di impugnare la legge regionale n.21 approvata dalla regione Sardegna il 13 luglio 2020 e l’ennesimo rinnovo del Piano casa al 31 dicembre 2020″.

 

 

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