La plastica che si trova nelle acque marine della Sardegna è un fenomeno negativo sul quale l’attenzione si è fatta sempre più alta, specie da quando le particelle sono state trovate nell’apparato digerente di diverse specie ittiche. È facile intuire quanto il problema possa rappresentare un rischio sotto diversi aspetti, che in maniera diretta e indiretta riguarda anche l’uomo.
La plastica si degrada continuamente nell’ambiente, e si frammenta nel tempo in particelle sempre più piccole. L’attività avviata nei laboratori dell’Arpas fa parte dei programmi di monitoraggio previsti dal progetto Strategia marina, ha una frequenza semestrale e interessa sette siti dell’Isola (Alghero, Arbatax, Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Botte e Porto Torres).
Per ognuno dei siti i prelievi vengono effettuati in corrispondenza di tre stazioni poste a diversa distanza dalla costa (0.5 – 1.5 e 6 Mn). Durante i campionamenti è importante tenere conto del rimescolamento causato dal moto ondoso sulla distribuzione delle microplastiche, è perciò necessario eseguirli in condizioni di mare calmo. Le microplastiche analizzate sono quelle che passano attraverso un setaccio con maglie da 5 mm e vengono trattenute da un setaccio con maglie da 0.3 mm. Questa selezione permette di focalizzarsi sulle particelle di dimensioni rilevanti per la ricerca.
L’analisi è eseguita attraverso l’utilizzo di uno stereomicroscopio ed è volta all’identificazione e distinzione delle microplastiche in base alla forma (frammento, filamento, foglio, foam, pellet e granulo), alla colorazione (bianco, nero, rosso, blu, verde e altro colore) e alla quantificazione (microparticelle/m2 d’acqua). Nell’immagine si possono distinguere chiaramente le tre tipologie di microplastiche più abbondanti: frammenti (porzione di plastica dura rotta), fogli (porzione di plastica morbida rotta) e filamenti (elemento filiforme, flessibile, sottile e di forma allungata). Risultano meno abbondanti, rispetto alle altre tipologie, i foam (particelle sferoidali di consistenza morbida, polistirolo).
Massimo Sechi