Contro il blocco deciso dal Ministero contro la realizzazione di un parco fotovoltaico a Uta, arriva il ricorso al Tar. “La società romana Diomede ha notificato il ricorso al Tar Sardegna avverso il D.M. Ambiente n. 373 del 7 novembre 2024, adottato di concerto con il Ministero della Cultura, che ha concluso negativamente il relativo procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) del progetto per la realizzazione di una centrale fotovoltaica a terra con potenza superiore a 96 MWp, proposta dalla società romana Diomede s.r.l. su un’estensione di oltre 220 ettari di area agricola densa di testimonianze archeologiche prevalentemente di epoca nuragica in località Serra Taccori, in Comune di Uta “.
Lo rende noto il Gruppo intervento giuridico che in una nota precisa. “Oltre alle carenze progettuali e di analisi del territorio emerse nel corso del procedimento di Via – spiegano – , l’area individuata è un esempio del tipico paesaggio archeologico della Sardegna. Nel sito il sito preistorico di Su Niu de su Pilloni ci sono numerosi Nuraghi e un villaggio nuragico (Mitza Padentina) tutelati per legge con vincolo culturale. La stessa “Relazione Archeologica” presente nello studio di impatto ambientale evidenzia un rischio archeologico alto nella vasta area intorno al Nuraghe Taccori, con presenze archeologiche di epoca nuragica e di epoca romana”.
Secondo il Grig “sarebbe stato un impianto di produzione energetica decisamente fuori luogo e per giunta inutile per la collettività, un tipico caso di speculazione energetica – spiegano gli ambientalisti in una nota – L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico, già intervenuta nel procedimento di Via con specifico atto di intervento (31 marzo 2023), farà la sua parte anche davanti al Tar Sardegna per la difesa del paesaggio rurale archeologico del territorio sardo interessato, che non può e non dev’essere asservito – al pari del resto d’Italia – a una monocoltura industriale energetica palesemente sovradimensionata rispetto alle reali esigenze”.