Pale eoliche fra boschi e mare in Gallura, gli ambientalisti: “Su energia, basta Far West”

Via libera a due differenti progetti da 11 e 9 pale eoliche, fra il mare e i boschi della Gallura? Gli ambientalisti del Gruppo di intervento giuridico, guidato da Stefano Deliperi, provano a fermare l’installazione degli impianti: “Abbiamo chiesto al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica di esprimere formale diniego alla compatibilità ambientale e abbiamo informato, per opportuna conoscenza, il ministero della Cultura, la Regione autonoma della Sardegna, la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari e i comuni di Tempio Pausania e di Aglientu”.

Il Grig ha così inviato due atti di intervento: “Il primo nell’ambito del procedimento di valutazione d’impatto ambientale relativo al progetto di realizzazione della centrale eolica “Campovaglio” da parte di Acciona Energia Global Italia srl, in località varie della Gallura, nei territori comunali di Tempio Pausania e Aglientu (Ss). Il secondo nell’ambito del procedimento di valutazione d’impatto ambientale relativo al progetto di realizzazione della centrale eolica “Bassacutena” da parte di Myt Eolo 1 srl, in località varie della Gallura nel territorio comunale di Tempio Pausania.
Insomma, per il Grig si tratta di un altro esempio di “Far West” energetico a danno dell’ambiente: “Essere a favore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili – scrive Deliperi in una nota – non vuol dire avere ottusi paraocchi”. Non sono solo le associazioni e i comitati ambientalisti a sostenerlo, spiega: “La Soprintendenza speciale per il Pnrr (in una nota del 20 novembre scorso) ha evidenziato in modo chiaro che nella regione Sardegna è in atto una complessiva azione per la realizzazione di nuovi impianti da fonte tale da superare già oggi di ben 7 volte quanto previsto come obiettivo da raggiungersi al 2030″.

Energia green Per comprendere meglio, conclude l’ambientalista: “Se a livello nazionale sono 5.138, in Sardegna le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna sono 711, pari a 52,21 GW di potenza, suddivisi in 446 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 20,13 GW (38,55%), 236 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 15,23 GW (29,17%) e 29 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a mare 16,85 GW (32,27%). Ossia più di 27 volte gli impianti oggi esistenti in Sardegna”.
Per Deliperi si andrebbe dunque incontro a “un’overdose di energia” che non potrebbe esser consumata, né trasportata (quando entrerà in funzione il Thyrrenian Link – spiega – la potenza complessiva dei tre cavidotti sarà di circa 2 mila MW). E non potrebbe esser conservata: “Gli impianti di conservazione approvati sono molto pochi e di potenza estremamente contenuta”.
“Già oggi – aggiunge – si produce circa il 38% di energia in più rispetto al fabbisogno. Gli unici che guadagneranno? Le società energetiche”, commenta Stefano Deliperi.

La proposta Che cosa si potrebbe fare? La proposta del Grig: “Lo Stato dovrebbe pianificare in base ai reali fabbisogni energetici le aree a mare e a terra dove installare gli impianti eolici e fotovoltaici e, dopo coinvolgimento di Regioni ed Enti locali e svolgimento delle procedure di valutazione ambientale strategica, mettere a bando di gara i siti al migliore offerente per realizzazione, gestione e rimozione al termine del ciclo vitale degli impianti di produzione energetica”.

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