Un crostaceo arcaico. Che non è mai cambiato in duecento milioni di anni. Vive in Sardegna, nello stagno del Parco della Giara, quarantacinque chilometri quadrati nel Medio Campidano. Il suo nome scientifico è Lepidurus apus lubbocki. Si tratta di un animale minuscolo, di appena dodici millimetri. Si può avvistare in acque nelle belle giornate di primavera.
Il lepidurus ha un carapace a forma di scudo che avvolge e protegge il corpo cilindrico e allungato. Ha tre occhi: due sessili (che aderiscono al ‘guscio’) e uno naupliare (mediano). Altra particolarità di questi animali è che le uova possono schiudersi anche molti anni dopo essere state deposte. Di certo resistono sia al gelo che alle alte temperature, sino a ottanta gradi. Sempre dal sito del Parco (www.giarasardegna.it) risulta che il crostaceo è onnivoro e si procura il cibo scavando con la parte anteriore della corazza nel fango dello stagno. Oltre a sfamarsi col plancton, mangia pure larve e vermi. Nell’osservazione di questi animali sono stati riscontrati episodi di cannibalismo: gli esemplari più grandi mangiano quelli più piccoli.
Sempre alla Giara vive un crostaceo molto simile: il suo nome è Triops cancriformis. Si differenzia dal lepidurus per la diversa forma del carapace nella parte posteriore. Il triops ce l’ha meno sviluppato. La caratteristica delle uova dure, per via di un guscio molto robusto, riguarda entrambe le specie.