Le piante che si mettono al servizio dell’ambiente per spazzare via l’inquinamento da idrocarburi. Si chiama “Bicap – Biorisanamento da idrocarburi con ammendanti naturali e piante vascolari”, un progetto che l’azienda Green Land (Sgaravatti Group) sta realizzando in collaborazione con il dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Cagliari. L’obiettivo è quello dello sviluppo di una tecnologia ecosostenibile per il disinquinamento. Si punta alla riqualificazione di aree degradate a causa della contaminazione da idrocarburi. Come funziona? Le “comunità microbiche” agiscono sugli idrocarburi presenti nei suoli. E trasformano le sostanze inquinanti in composti organici semplici. Oppure li fanno diventare composti inorganici.
“L’applicazione di masse bilanciate di sostanza organica – si legge nella scheda del progetto – può agire sui parametri fisico-chimici del substrato migliorando la funzione di nutrizione del terreno e la capacità di ospitare specie vegetali pioniere anche in aree degradate e inquinate, nell’ottica dell’attuazione di pratiche di “fast landscaping” dei siti inquinati”. Pronti a partire. C’è un disegno sperimentale elaborato nei mesi scorsi. E c’è stata già una prima selezione di specie vegetali autoctone. I primi esperimenti si faranno in azienda. “Non è un problema solo regionale- ha detto Gianluigi Bacchetta. Universitá di Cagliari- ma le piante possono essere utilizzate anche in altri contesti. Si può ipotizzare un’azione pilota in Sardegna con la possibilità di esportare questa tecnologia – e con essa le piante – in altre aree del Mediterraneo. O comunque in regioni con un clima simile a quello dei Paesi del Mediterraneo”. Si è parlato anche della possibilità di portare tecnologia e piante in Azerbaijan. Il progetto – presentato da Rosi Sgaravatti e, insieme a Bacchetta, da Elena Tamburini e Enrico Sanjust – è al calcio di inizio, ma presto dovrebbe coinvolgere altri ricercatori.