La ‘siccagna’ dei boschi sardi, Forestas: “Dissecamento dovuto a siccità e cambiamenti climatici, ma no a catastrofismo”

I boschi sardi non stanno bene e nelle ultime settimane c’è stato un po’ di allarme sulla situazione arborea dell’Isola, in particolare per l’ingiallimento preoccupante di alcuni di loro: la siccagna, il dissecamento estensivo dei boschi dovuto a siccità, temperature estive sopra la media e agenti patogeni che si insinuano sulle piante indebolite dai cambiamenti climatici. Forestas ha pubblicato una lunga analisi dedicata alla situazione, anche per sfatare due elementi: “Catastrofismo e il disfattismo”. 

“Le attività di monitoraggio fitosanitario ci sono, in bosco e nei vivai gestiti dall’agenzia, per raccogliere dati sulla presenza e diffusione di microorganismi nocivi, con particolare riferimento alle specie di Phytophthora, pericolosi agenti di marciume radicale e del colletto (o collare radicale, il punto in cui il tronco si espande alla base dell’albero) sulle piante forestali. E c’è pure un alto livello di collaborazione, in particolare tra le Agenzie regionali, il Cfva, e le Università sarde e d’oltre mare”.

La situazione, spiega Forestas, è preoccupante da anni: emerge anche “visivamente” nel Sarrabus-Gerrei, in Ogliastra, nell’area di Gutturumannu, e anche nel Linas, in Gallura, e nel Mejlogu, fino all’area del Supramonte e le sue leccete plurisecolari. “Da almeno un lustro il problema si manifesta, e viene studiato, ed è noto – legato a larga scala, non confinati alla singola regione geografica dell’Isola – si legge nella nota dell’agenzia -. Cause globali e ingovernabili a livello regionale: cambiamenti climatici in primis, che per i boschi si traducono in tre minacce: disseccamento e indebolimento, incendi, attacchi fungini, agli apparati radicali”

La siccità e quindi le minori piogge stagionali (piove meno, piove in periodi dell’anno sempre più concentrati) provocano secchezza e arsura dei terreni con (troppo) frequenti alte temperature fuori-media climatica per lunghi periodi, che indeboliscono le piante mettendo a dura prova gli organismi vegetali nei nostri boschi – anche le più resistenti come le querce:  e poi arriva la Phytophthora, che sfrutta queste situazioni per diffondersi. 

“Forestas ci sta lavorando alacremente da anni, in collaborazione con il tavolo fitosanitario regionale, Agris, Cfva e gli esperti delle università sarde; al tavolo siedono tra i maggiori esperti scientifici a livello planetario su questa specifica patologia fungina e sulle conseguenze fitopatologiche. Per esempio da anni si lavora nel settore del “monitoraggio fitosanitario” anche nei vivai forestali regionali”.

Forestas mette nel mirino i cambiamenti climatici. “Effetto serra, emissioni inquinanti, piogge più intense e meno frequenti, siccità ed incendi che aumentano come gli eventi meteo estremi, sono l’effetto di una scala crescente delle energie termo-dinamiche in gioco nel bacino Mediterraneo. In questo contesto nuovo, la sfida maggiore per gli organismi dell’ecosistema-bosco è il binomio siccità – alte temperature, che colpisce prima di tutto gli alberi (anche perché sono quelli che offrono la maggior superficie vitale all’irraggiamento solare). Aumentano le temperature – prosegue l’analisi – e si restringe la finestra temporale in cui le piante beneficiano di piogge (spesso in quantità eccessive concentrate in pochi eventi ma intensi, dilavando il suolo) – unite alla siccità idrologica (meno acqua circolante nei bacini e nel sottosuolo) determina nelle piante – e soprattutto negli alberi – la riduzione della fotosintesi“.

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