La Sardegna ha la sua prima via del sale tra paesaggio, itinerari e trekking

Nasce nel Sulcis la prima Via del Sale della Sardegna. “Protagoniste le splendide saline di Sant’Antioco che da oggi rinascono a una nuova vita dalle tante sfaccettature: storiche, sociali, economiche, turistiche e ambientali, e diventano risorsa da far conoscere e promuovere attraverso percorsi di trekking, piste ciclabili o trattamenti di bellezza”, si legge in una nota diffusa dalla Regione. Che sottolinea: “Il sale, non più solo prodotto industriale, diventa il filo conduttore esperienziale per i visitatori”.

Rincorso da oltre 13 anni (l’idea di progetto risale al 2005), il progetto sinora mai realizzato muove il suo primograzie al Protocollo d’intesa firmato dalla Regione – con gli assessori della Programmazione Raffaele Paci e dell’Industria Maria Grazia Piras –, dal presidente di Ati Sale (società concessionaria delle saline) Giacomo D’Alì, dall’Unione dei Comuni del Sulcis e dal Flag Sardegna Sud occidentale. Alla firma erano presenti anche l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, amministratori e consiglieri regionali del territorio.

Il protocollo dà attuazione alla delibera di Giunta approvata lo scorso agosto con lo stanziamento di 2 milioni di euro per la valorizzazione delle zone umide del Sulcis. Il concessionario AtiSale si impegna ad assicurare la disponibilità delle aree delle saline di Sant’Antioco per la realizzazione delle opere e delle attività previste che si svolgeranno parallelamente all’attività primaria di estrazione e produzione del sale. La Regione, da parte sua, metterà a disposizione gli strumenti operativi necessari a favorire la più efficace attuazione degli interventi, dando supporto costante al territorio. L’Unione dei Comuni del Sulcis sarà il soggetto attuatore unico degli interventi e monitorerà costantemente la realizzazione dei progetti.

“Oggi con questa firma – dice Paci – raggiungiamo un traguardo importante e atteso da tanti anni, frutto di una collaborazione fra istituzioni pubbliche e privati che hanno deciso di unire le forze per favorire lo sviluppo del territorio, e del lavoro condiviso dei Comuni che hanno fatto rete. Atisale per la prima volta apre le porte della salina di Sant’Antioco, avviando una fase nuova per questa zona che la Regione sostiene con convinzione. Con i 2 milioni del programma di valorizzazione delle zone umide saranno realizzati due itinerari turistici (la Via del sale e la Via del vento) che realmente valorizzano alcune tra le più importanti potenzialità del Sulcis: le zone umide del golfo di Palmas, passando attraverso le dune di Porto Pino, gli stagni e i vigneti di Carignano fino alle saline, creando le basi per un circuito che può realmente incentivare l’iniziativa privata e rilanciare fortemente il turismo. Abbiamo messo a punto – conclude Paci – una politica complessiva per valorizzare al meglio le zone umide della Sardegna: di sicuro la tutela ambientale è prioritaria, ma allo stesso tempo vogliamo potenziare le attività produttive delle zone umide, incentivare la nascita di attività turistiche e sportive, salvaguardare e tutelare la forza lavoro e, allo stesso tempo, promuovere nuova e qualificata occupazione”.

“Dietro il protocollo – è il commento dell’assessore Erriu – c’è un’idea di sviluppo che insiste sul lavoro di cooperazione tra gli enti pubblici, in particolare i Comuni e le loro Unioni, e i privati. L’obiettivo è quello di ricercare modalità di estrazione di valore dal territorio, puntando su ciò che di valore esiste in quest’area. Le zone umide rappresentano una grande opportunità, sinora poco valorizzata e affidata a forme di concessione che hanno consentito alle cooperative di pesca e a questa realtà industriale di mettere dei punti fermi, ma comunque al di fuori da un’idea integrata di sviluppo locale che ha enormi potenzialità. Il mio Assessorato, deputato alla gestione del patrimonio e del demanio regionale, ha avviato e sostenuto finanziariamente il recupero delle saline di Carloforte, che hanno un valore stimato in 5 milioni di euro. Sono esempi di valorizzazione ambientale su cui la Regione sta scommettendo. La presenza dei sindaci, oggi, testimonia che tutto il territorio crede in questo ambizioso progetto”.

“Parliamo spesso di coniugare la produzione, l’ambiente e la pubblica fruizione. È bellissimo quando oltre a parlarne riusciamo a farlo – afferma l’assessora Piras – . Questo è uno di quei casi, che verrà realizzato con partner pronti ad accettare questa sfida, dotati della corretta sensibilità al tema. È accaduto a Macchiareddu nelle saline Contivecchi, accadrà anche a Sant’Antioco”.

L’importo complessivo di 2 milioni, stanziato con la delibera che oggi viene resa operativa attraverso il protocollo, è così suddiviso: 580mila euro per la sistemazione e valorizzazione a fini turistico-ambientali dei percorsi esistenti nelle aree stagnali ‘Stagno di Porto Botte’ e ‘Promontorio, Dune e Zona Umida di Portopino’; 700mila euro per la riqualificazione dei vecchi percorsi del sale e la riconversione in poste ciclabili degli stagni di Porto Botte e Santa Caterina; 570mila euro per la valorizzazione a fini turistico-ambientali dell’itinerario del sale attraverso la predisposizione di spazi e strutture polivalenti per la fruizione sostenibile dei siti; 140mila euro per la sistemazione e valorizzazione delle aree a supporto dell’attività di turismo attivo (siti di interesse comunitario stagno di Porto Botte e Punta Giunchera).

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