La posidonia diventa fertilizzante, il progetto che parte dai rifiuti di Quartu

Dal trattamento dei rifiuti spiaggiati della Sardegna nasce il primo terriccio organico realizzato con la posidonia oceanica raccolta sulle coste dell’isola. Un prodotto con diversi impieghi in agricoltura e florovivaistica.

Il progetto si chiama “Posidonia Garden”, “un esempio concreto di circolarità, italianità e sostenibilità che mette al centro la valorizzazione dei rifiuti e la tutela del patrimonio costiero sardo – spiegano gruppo Esposito che lo produce -. Grazie ad agronomi specializzati sono state predisposte ricette di composizione diverse per soddisfare le esigenze in diversi settori, il terriccio è oggi disponibile in quattro diverse tipologie pensate per il settore agricolo e vivaistico e destinate ai Garden Center della Sardegna: “Posister”, un terriccio universale perfetto per migliorare la qualità del terreno in giardino; “Posistal”, lo stallatico ricco di sostanze concimanti e ideale per orti e frutteti; “Posifior”, indicato per i fiori e “Posierb” per i tappeti erbosi”.

Il progetto è stato sviluppato dal Gruppo Esposito, l’azienda bergamasca che si occupa di progettazione, realizzazione e gestione di tecnologie per il recupero dei rifiuti, con oltre 12 impianti attivi in Italia o oltre 400mila tonnellate di rifiuti trattate ogni anno.

“Posidonia Gqarden – spiegano – nasce nel primo impianto di lavaggio brevettato e certificato Epd (Environmental Product Declaration) per il trattamento dei rifiuti spiaggiati in grado di recuperare sabbia pulita da riportare sull’arenile di provenienza e posidonia priva di sabbia, rifiuti e cloruri per la produzione di terriccio organico. Parliamo di Ecocentro Sardegna, l’impianto per il trattamento dei rifiuti spiaggiati di Quartu Sant’Elena realizzato nel 2018″

Posidonia Garden non è un semplice prodotto, ma un vero e proprio esempio di economia circolare perché ci permette di trasformare in una nuova risorsa la posidonia prelevata dalle spiagge sarde che ormai ha cessato il suo ciclo di vita naturale e che, in qualche occasione, arenandosi ostacola la fruizione delle spiagge dell’isola. – ha spiegato Ezio Esposito, fondatore del Gruppo Esposito– Attraverso la tecnologia del Soil Washing, implementata nel nostro impianto in Sardegna, siamo in grado di ottenere materie prime di alta qualità, certificate CE e conformi alle norme e conformi alle normeUNI-EN per settore di riutilizzo. Non solo, grazie ad uno specifico processo di separazione, siamo in grado di capire esattamente da che cosa è composto il rifiuto in ingresso. Oggi siamo pertanto in grado di affermare che registriamo in media circa il 60% di sabbia, il 7-8% di rifiuti misti, per lo più plastiche e microplastiche e il 25% di Posidonia”.

Da un lato, la sabbia recuperata, che diversamente sarebbe finita in discarica o nel retro spiaggia togliendola definitivamente dall’arenile, viene lavata, depurata e riportata sull’arenile di provenienza, contribuendo a contrastare il fenomeno dell’erosione. Dall’altro la posidonia lavata, separata dalla sabbia, dai rifiuti e privata dei cloruri diventa fertilizzante.

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