Inquinamento dell’aria, nell’Isola limiti di legge rispettati. Ma sono in aumento le polveri sottili

I limiti di legge sull’inquinamento dell’aria in Sardegna sono rispettati, ma per gli ambientalisti non è sufficiente: nell’Isola il Pm10 (polveri fini) negli ultimi 10 anni è addirittura aumentato. A Nuoro e Oristano del 3 per cento all’anno e a Sassari dell’1 per cento annuo. Mentre a Cagliari, che soffre delle concentrazioni più alte insieme a Oristano, non c’è stato nessun passo avanti. La presenza di No2 (biossido di azoto) vede invece un leggero miglioramento nei 4 capoluoghi e solo Cagliari è leggermente al di sopra dei limiti Ue (9 per cento in più).

“Ma è necessario – spiega Giorgio Querzoli del comitato scientifico di Legambiente Sardegna – accelerare per i limiti raccomandati dall’Oms che sono quelli più rilevanti per la tutela della salute”. È lo scenario sardo delineato nel nuovo report di Legambiente “Mal’Aria di città. Cambio di passo cercasi”, redatto e pubblicato nell’ambito della Clean cities campaign. “Servono interventi incisivi per rendere le nostre città più salubri. Le strade devono essere progressivamente liberate dalle auto per lasciar posto alle persone, alla mobilità dolce e al trasporto pubblico – dichiara Annalisa Columbu, presidente di Legambiente Sardegna -. Il verde urbano deve essere aumentato continuando la piantumazione di alberi e incentivando la realizzazione di aiuole, tetti verdi e giardini verticali”.

“Dobbiamo ripensare le città – incalza la presidente – mettendo le persone al centro del nostro progetto: creare spazi verdi genera un beneficio non solo sociale ma anche sanitario, e occorre investire sul futuro delle nuove generazioni e sulla salvaguardia del nostro pianeta. Abbiamo degli ottimi esempi in Sardegna, come Olbia che è una città 30 chilometri orari. Alla Regione chiediamo di trovare il modo di replicare le buone pratiche e investire su città pulite e sicure.”

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