Il Consiglio di Stato boccia un parco eolico in Toscana. La sentenza avrà ripercussioni anche in Sardegna, ecco perché

di Vito Fiori

Il Consiglio di Stato boccia il progetto di un parco eolico sul Monte Amiata, nel territorio del Comune di Roccalbegna (Grosseto) e crea un importante precedente in materia. I giudici hanno accolto il ricorso di Italia Nostra e di alcuni residenti che avevano impugnato il via libera concesso dalla Regione Toscana. La sentenza, inevitabilmente, avrà ripercussioni anche in Sardegna considerato che a oggi, negli uffici regionali, giacciono diverse centinaia di richieste di autorizzazioni temporaneamente bloccate prima dalla sospensiva della Giunta di Alessandra Todde e poi dalla legge sulle aree idonee approvata in consiglio nel dicembre scorso.

“L’aspetto che colpisce stavolta – spiega Stefano Deliperi, ambientalista, presidente del Gruppo d’intervento giuridico – è che si parla di impatto visivo. I giudici, non è la prima volta che stroncano simili progetti, sono andati oltre quanto deciso in passato”. Si legge nella sentenza: “L’impatto visivo è uno degli impatti considerati più rilevanti fra quelli derivanti dalla realizzazione di un campo eolico e il paesaggio, quale bene potenzialmente pregiudicato dalla realizzazione di opere di rilevante impatto ambientale, si manifesta in una proiezione spaziale più ampia di quella riveniente dalla sua semplice perimetrazione fisica consentita dalle indicazioni contenute nel decreto di vincolo. In altri termini, il paesaggio si manifesta in tali casi quale componente qualificata ed essenziale dell’ambiente, nella lata accezione che di tale bene giuridico ha fornito l’evoluzione giurisprudenziale, anche di matrice costituzionale”. 

La Sardegna può stare tranquilla? “No, anche se questo è un precedente destinato a fare giurisprudenza, bisogna rimanere all’erta. Queste imprese dispongono di stuoli di avvocati e non lasciano nulla di intentato pur di accaparrarsi fette di territorio da occupare con mega progetti di energie rinnovabili”. Di recente vi siete occupati del caso Uta, un piano di 100 ettari da coprire con pannelli fotovoltaici: la situazione a che punto è? “Ci siamo costituiti in giudizio contro questa impresa laziale, la Diomede srl, la quale, non contenta del diniego dei proprietari terrieri e del comune ha deciso di ricorrere al Tar. A noi, dopo qualche tempo, si sono uniti Regione e comune e l’Avvocatura di Stato. Il progetto, da realizzarsi tra Monte Arcosu e Santa Lucia, insisteva su un’area ad altissima concentrazione di beni archeologici, di siti addirittura prenuragici, con macchia mediterranea e una piccola popolazione di cervi. Lo stesso ministero dell’Ambiente, unitamente a quello della Cultura, hanno opposto la loro contrarietà. A giugno saremo davanti al Tar e vedremo come va a finire”.

Insomma, non sarà una passeggiata per i sardi che intendono ostacolare i mega progetti di eolico e fotovoltaico nell’isola. Comunque sia, la sentenza del Consiglio di Stato per il Monte Amiata rimane scolpita nella pietra: “Chi propone il progetto è tenuto a svolgere una analisi del territorio attraverso una attenta e puntuale ricognizione e indagine degli elementi caratterizzanti e qualificanti il paesaggio, effettuata alle diverse scale di studio (vasta, intermedia e di dettaglio) in relazione al territorio interessato alle opere e al tipo di installazione prevista. Le analisi debbono non solo definire l’area di visibilità dell’impianto, ma anche il modo in cui l’impianto viene percepito all’interno del bacino visivo”. E ancora: i giudici richiamano “alle aree non idonee ad accogliere impianti eolici inserite nel Piano ambientale ed energetico della Regione Toscana, richiamo che ne conferma il valore precettivo più volte messo in discussione da altre sentenze”. La sentenza sottolinea che ambiente e paesaggio, valori costituzionali, non possono essere contrapposti e che la loro tutela non può essere sacrificata in ragione della normativa di favore per le rinnovabili, che in questi ultimi anni è stata ampliata oltre ogni limite. 

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