Il caso dei pini abbattuti a Buoncammino torna in aula: il giudice sospende i termini di prescrizione, udienza a luglio

Ci sarà un nuovo capitolo del dibattimento penale per l’abbattimento senza autorizzazioni paesaggistiche di dieci pini d’Aleppo sul viale Buoncammino, a Cagliari. Lo ha stabilito il Tribunale di Cagliari, sezione II, in composizione monocratica con il giudice Stefano Muzzu, al termine dell’udienza del 28 aprile scorso, disponendo la sospensione dei termini di prescrizione. Lo ha reso noto l’associazione ecologista Gruppo d’intervento giuridico, che ricorda: “Si tratta di uno dei primi casi a livello isolano (e a livello nazionale) di tagli di alberi cittadini in assenza di autorizzazioni ambientali e culturali finiti alla sbarra”. La prossima udienza sarà il 17 luglio.

Al centro del processo vi sono presunti reati ambientali legati al taglio avvenuto nel settembre 2020, in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico e culturale. L’intervento – ricorda il Grig – fu effettuato in assenza delle necessarie autorizzazioni, poi rilasciate solo in un secondo momento. L’udienza di luglio vedrà l’audizione di un consulente della difesa.

Dalle precedenti udienze è emersa una ricostruzione dei fatti che lascia aperti numerosi interrogativi, come ricostruisce l’associazione ecologista, che in particolare sottolinea come non sia stata rinvenuta alcuna ordinanza sindacale urgente che certificasse una condizione di pericolo imminente, elemento fondamentale per giustificare un intervento immediato e drastico come l’abbattimento.

Ci sono quattro imputati: tre funzionari pubblici e un rappresentante della società privata incaricata della manutenzione del verde. Dopo l’opposizione a un decreto penale di condanna, il giudice per le indagini preliminari aveva disposto il giudizio immediato, con l’apertura del processo avvenuta il 19 aprile 2023. Il Grig, che aveva seguito da vicino la vicenda fin dal principio, è stato riconosciuto come parte offesa e si è costituito parte civile, assistito dall’avvocata Susanna Deiana. Anche la Regione Sardegna è stata individuata come parte lesa, ma non si è costituita in giudizio.

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