La Sardegna continua a fare progressi nella gestione dei rifiuti: nel 2022 la raccolta differenziata è arrivata al 75,8%, con un’ottima qualità della frazione organica, che presenta meno del 3,5% di impurità. Un risultato che conferma l’Isola come uno dei modelli virtuosi a livello nazionale. A questo si aggiunge il rinnovo dell’accordo di programma tra la Regione e il Consorzio italiano compostatori, firmato il 25 novembre, che rafforza ulteriormente la collaborazione iniziata oltre dieci anni fa per la gestione sostenibile dei rifiuti organici e per la valorizzazione del compost come risorsa strategica.
Il nuovo accordo, presentato nei giorni scorsi nella sede dell’assessorato alla Difesa dell’ambiente, si propone di puntare su nuove azioni per la sostenibilità. L’assessora Rosanna Laconi ha sottolineato che non si tratta solo di un rinnovo, ma di un ulteriore passo avanti verso una Sardegna più verde e autosufficiente. “Abbiamo raggiunto risultati straordinari – ha dichiarato – e ora vogliamo rafforzare l’impiego del compost in agricoltura, nel florovivaismo e nella gestione forestale, per ridurre l’uso di fertilizzanti chimici e contribuire alla tutela del nostro territorio”.
Grazie alla collaborazione con il Cic, la Sardegna ha raggiunto l’autosufficienza impiantistica per la gestione della frazione organica, con 15 impianti in grado di trattare oltre 250.000 tonnellate all’anno. Inoltre, numerosi impianti regionali sono certificati dal Cic per la qualità del compost prodotto, un altro segno tangibile dell’efficacia del sistema di gestione dei rifiuti sardo.
“Questo rinnovo è un segnale forte”, ha commentato la presidente del Cic, Lella Miccolis. “Promuovere la raccolta differenziata e il compost di qualità significa investire sull’ambiente e sul nostro territorio, con un impatto positivo per tutta la comunità”. Un parere condiviso anche da Massimo Centemero, direttore del Cic, che ha sottolineato come la sinergia tra pubblico e privato stia portando a risultati concreti e benefici su più fronti: ambientale, economico e sociale. “Con questo accordo, vogliamo dimostrare che i rifiuti organici possono essere trasformati in una risorsa strategica”, ha concluso l’assessora Laconi, “capace di migliorare la qualità della vita e promuovere un uso sostenibile delle risorse naturali”.