Ganasce fiscali per chi ruba la sabbia: per il Corpo forestale serve linea dura

Ganasce fiscali contro i turisti, in particolare stranieri, che rubano sabbia, conchiglie e cocci dalle spiagge della Sardegna. È l’idea a cui sta lavorando il Corpo forestale regionale per dare un freno all’arrembaggio dei moderni predoni sui litorali dell’Isola. “Stiamo valutando la possibilità di attivare questo istituto – spiega all’Ansa il comandante del Corpo forestale della Sardegna, Antonio Casula -. Molte delle persone che commettono questi furti sono stranieri e quando rientrano nella loro nazione è difficile ottenere il pagamento della sanzione”.

“La Regione sarda – ricorda il dirigente – ha una normativa ben precisa in merito a questo tipo di ruberie, la legge 16 del 2017, e questa prevede multe dai 500 ai tremila euro. Noi, come la guardia di finanza, i carabinieri e la polizia, facciamo il sequestro del materiale e notifichiamo la sanzione, ma poi i turisti tornano nel loro Paese e il più delle volte non pagano. Per questo stiamo ragionando con l’ufficio legale per applicare l’istituto delle ganasce fiscali: auto o imbarcazione ferme fino a quando la multa non viene pagata. Ci sembra l’unico modo per contrastare il fenomeno, visto che non è possibile conciliare al momento della contestazione”. Dall’inizio dell’estate sono una decina le multe elevate dal Corpo forestale per questo tipo di infrazione. “Di sicuro la campagna di sensibilizzazione ha dato i suoi frutti – precisa Casula – ma ancora non è sufficiente”.

“Non si tratta più di persone che prendono un mucchietto di sabbia per l’acquario di casa, ma di un vero e proprio fenomeno organizzato per vendere la sabbia sarda sul web e lucrarci sopra”, spiega invece Stefano Deliperi, presidente del Gruppo di intervento giuridico onlus (Grig), una delle più attive associazioni ambientaliste della Sardegna, di fronte all’ennesima ruberia sul litorale di Is Arutas nell’Oristanese: 200 chili di sabbia prelevata nelle ultime settimane e stipata in 135 bottiglie (e non 50 come precedentemente appreso) sequestrate all’aeroporto di Cagliari-Elmas.

“È evidente che c’è un mercato dietro: lo abbiamo già denunciato quando abbiamo svelato le vendite sui siti di e-commerce – aggiunge – magari il tutto è iniziato in maniera spontanea qualche anno fa, ma è diverso. Per quanto ne sappiamo è un fenomeno tutto sardo, perché nelle altre parti d’Italia abbiamo notizia solo di casi sporadici – aggiunge – questo significa che c’è richiesta sul mercato di sabbia, conchiglie, sassi e quant’altro provenga dalla Sardegna”. Il Grig sollecita anche controlli più stringenti e pene più severe: “non basta la semplice multa ma serve un vero e proprio Daspo: hai rubato la sabbia? Per 10 anni non puoi tornare in Sardegna. Non abbiamo bisogno di queste persone nella nostra Isola”.

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