Il Consiglio regionale ha dato il via libera al Testo unificato sulla tutela e valorizzazione della flora autoctona, con l’approvazione arrivata dai soli voti della maggioranza. Questo nuovo provvedimento colma un vuoto normativo che durava da 50 anni, come sottolineato dalla relatrice del testo, Maria Laura Orrù di Alleanza Verde-Sinistra (Avs).
“La conservazione e la salvaguardia della biodiversità, attraverso l’uso strategico di specie autoctone, sono imperativi per garantire la sostenibilità degli ecosistemi e il benessere della società, creando al contempo opportunità economiche per i giovani”, ha dichiarato Orrù durante il dibattito in aula. La consigliera ha anche ricordato che la Sardegna era rimasta l’unica regione italiana a non avere una normativa specifica per la salvaguardia e valorizzazione delle specie vegetali autoctone, nonostante le richieste arrivate negli anni da Università, associazioni botaniche e cittadini.
Tra i punti chiave della nuova legge c’è la tutela della flora endemica e la lotta contro la “biopirateria” praticata da multinazionali che in passato hanno sfruttato specie vegetali sarde per fini commerciali. Orrù ha spiegato che “è successo che multinazionali straniere sono arrivate qui a prendere delle specie endemiche per utilizzarle a fini medici o cosmetici, ‘brevettando’ di fatto le nostre piante, che oggi non possiamo utilizzare perché costretti a chiedere l’autorizzazione.”
Nonostante l’approvazione, il dibattito ha visto critiche provenienti dalle opposizioni. Giuseppe Talanas di Forza Italia ha espresso preoccupazioni riguardo alla chiarezza del testo e alle sanzioni previste: “Le leggi una volta approvate producono effetti. Mi preoccupa quando si va a disciplinare nel dettaglio le attività consentite e quelle vietate. Molte di queste specie sono presenti nei monti del Nuorese. Quando ho controllato le tabelle, ho verificato che non si capisce quali siano le biodiversità protette, solo uno specialista può capire di cosa si sta parlando”. Talanas ha poi aggiunto che potrebbero verificarsi situazioni in cui “una persona calpesta una specie protetta mentre passeggia senza rendersene conto”.
Anche Paolo Truzzu, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha manifestato perplessità, dichiarando che il suo gruppo ha votato contro non per dissenso verso le finalità della legge, ma per gli aspetti tecnici contenuti nel testo: “Si tratta della prima vera legge che si approva in questa legislatura, se si esclude quella sulle aree idonee, ma credo che per come è stata scritta creerà più fastidi e difficoltà che opportunità”.
Di tutt’altro avviso il presidente della commissione Ambiente, Roberto Li Gioi (M5S), che ha difeso il provvedimento sottolineando l’importanza di una normativa così attesa: “Questa legge colma un vuoto normativo ed è frutto del coinvolgimento di tutti i portatori di interesse. Consentirà di tutelare la flora autoctona, lasciando alle imprese la possibilità di sviluppare attività economiche.”
Con l’approvazione della legge, la Sardegna si dota quindi di uno strumento normativo volto a preservare e valorizzare il proprio patrimonio vegetale, in un equilibrio tra tutela ambientale e sviluppo economico, anche se restano punti di discussione aperti sulle modalità applicative.