Due progetti per un unico metanodotto. Grig: “Verifiche più stringenti”

Salami slicing, come si dice in inglese. Espressione che sta per “affettatura di salame” ovvero la “furbesca divisione di un unico progetto per attenuarne il previsto impatto ambientale”. Secondo l’associazione ecologista Gruppo d’intervento giuridico (Grig) è quanto sta accadendo con i due progetti di metanodotto della Società Gasdotti Italia s.p.a e di Snam Rete Gas. “Le due società hanno, infatti, presentato istanza per avviare i rispettivi procedimenti di Valutazione d’impatto ambientale (Via) esclusivamente per il tronco centro-meridionale (Città metropolitana di Cagliari e Province del Sud Sardegna e di Oristano), dimenticandosi di quello centro-settentrionale (Province di Sassari e di Nuoro), argomenta il Grig. “In questo modo, si ricorre a una pratica vietata dalla giurisprudenza nazionale e comunitaria. E diventa impossibile valutare gli impatti cumulativi dei due progetti”. Pertanto il Grig ha chiesto l’improcedibilità delle due Via al Servizio valutazioni ambientali (S.V.A.) della Regione. Quello sollevato dal Grig è dunque un problema di carattere procedurale.

Più in generale, la posizione dell’associazione sull’arrivo del metano in Sardegna è cauta: “l’utilizzo del gas naturale, sebbene si tratti una fonte fossile (e come tale impattante), sarebbe conveniente sul piano ambientale ed economico, qualora sostitutivo del carbone e dei derivati dal petrolio”, si legge nel comunicato. “Tuttavia, oltre il 46% dell’energia prodotta in Sardegna non serve all’Isola e viene esportata”. In altri termini, il Grig invita alla riflessione, problematizzando la questione “metano” e interrompendo una lunga serie di commenti a favore della nuova fonte energetica.

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