L’Italia climatica segna nuovi record con il passaggio del testimone fra grandi isole: dopo la Sicilia, infatti, nel fine settimana un’ampia zona in Sud Sardegna toccherà i 40 gradi e il Comune di Ottana, nel Nuorese, sarà il più caldo d’Europa, toccando i 41 grado. A indicarlo – in una nota – è l’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche, che segnala anche come queste anomale temperature africane a Giugno stiano ormai interessando l’intera Penisola fino all’arco alpino dove, attorno ai 1000 metri, le temperature massime si aggirano oltre i 25 gradi (sulle Grandes Murailles, a 2566 metri in Valle d’Aosta, sono 17 giorni che non si scende sotto zero e da una settimana le massime superano gli 11 gradi). Permangono le anomalie termiche del mar Mediterraneo, che molto influiscono sulla meteorologia dei Paesi dell’area ed a maggior ragione dell’Italia, “ponte” naturale verso l’Africa: nel fine settimana, tra Libia e Sicilia così come sul mar Tirreno fra Sicilia e Calabria ed al largo delle perle coste sarde, l’acqua si riscalderà fino a toccare i 27 gradi.
“La crisi climatica sul bacino del Mediterraneo – esorta Francesco Vincenzi, presidente dell’associazione nazionale dei Consorzi di gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi) – deve essere prioritaria nell’agenda di tutta l’Europa, perché foriera di profonde trasformazioni sociali oltre che economiche ed ambientali”. Questa prima fase della stagione calda, con un clima già estremo, si preannuncia prologo ad una lunga estate rovente con alte temperature fino a ottobre inoltrato, amplificando le conseguenze sulle regioni maggiormente sottoposte a stress termico e che finora hanno accumulato riserve idriche insufficienti: in Sardegna, regione simbolo delle contraddizioni meteo, nel mese di maggio le riserve idriche si sono ridotte di 12,93 milioni di metri cubi; la Nurra, nel Nord Ovest dell’isola, assiste impotente alla desertificazione di molte campagne con invasi ai minimi (mln.mc. 19,75 cioè il 18,14% di riempimento), nonché temperature stabilmente al di sopra dei 30° e che accelerano il fenomeno dell’evapotraspirazione; male anche l’Alto Cixerri, dove i bacini sono pieni al 19,10%.
Sul versante opposto i sistemi idrici di Alto Taloro, Posada, Cedrino e Ogliastra registrano invece straordinari valori di riempimento dei bacini tra il 93% e quasi il 100%; bene anche la Gallura con la diga del Liscia al 74,23% e l’Alto Coghinas, dove i bacini sono al 78% della capacità (fonte: Adb Sardegna).