La Sardegna rischia moltissimo col riscaldamento globale, ovvero lo scioglimento progressivo dei ghiacciai e il conseguente innalzamento del livello del mare. La zona dove i pericoli vengono considerati maggiori è quella dell’Oristanese. Secondo le proiezioni di Enea (Ente nazionale di ricerca), nel 2100 la costa centro-occidentale dell’Isola verrà parzialmente sommersa, se la temperatura del pianeta continuerà a crescere entro la fine del secolo. La soglia del non ritorno è fissata in un aumento complessivo di due gradi.
Proprio per la sua posizione geografica che la espone maggiormente agli effetti del riscaldamento globale, l’Oristanese è inserito in una progetto di cooperazione internazionale che si chiama Maristanis. Lo cura Medsea, la Fondazione che promuovere azioni e progetti finalizzati a ridurre gli impatti che causano danni all’ecosistema e nei casi più gravi la perdita di intere porzioni del patrimonio naturale. L’iniziativa riguarda la Sardegna e alcuni paese dell’area mediterranea, come Tunisia, Montenegro e Albania.
Nell’Oristanese vivono 35mila persone e la pesca e l’agricoltura sono due asset economici del territorio. Ma anche quelli che di continuo subiscono danni per via dei cambiamenti climatici. Le alluvioni sempre più frequenti, hanno infatti effetti devastanti tanti nei campi quanto negli allevamenti di pesci e cozze. Insomma un potenziale produttivo fortemente ridotto.
LEGGI ANCHE: Tirreno sempre più su, addio Poetto: spiaggia di Cagliari sommersa nel 2050
