Colture danneggiate dagli animali selvatici: “Servono piani di contenimento”

La gestione dei numeri di certe popolazioni animali e le devastazioni che spesso si registrano nelle colture sono state al centro di un faccia a faccia tra il presidente di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele, il direttore regionale di Confagricoltura, Maurizio Onorato, e altri rappresentanti delle associazioni agricole, con l’assessore alla Difesa dell’ambiente, Marco Porcu. “In tutti i territori della Sardegna, complici i cambiamenti climatici e quindi l’arrivo di numerose specie aliene sulla nostra Isola, si registrano danni che spesso vengono ristorati con interventi economici tardivi e non sufficienti – spiega Confagricoltura -. Dai cinghiali alle nutrie, dai cervi alle cornacchie grigie, dai mufloni ai daini, passando per storni, gabbiani e rapaci. Questo l’elenco di chi ogni giorno si siede alla tavola di migliaia di agricoltori e allevatori. Altrettanto lungo è il macro-elenco delle colture e degli allevamenti colpiti: foraggere e pascoli, orticole, vigneti, riso, cereali e api. Con l’arrivo dell’estate, poi, il fruttifero diventa l’obiettivo principale, con meloni e angurie in cima alla lista. Come Confagricoltura lo andiamo dicendo da tempo e lo abbiamo ribadito di recente con i danni provocati dai fenicotteri rosa nelle risaie dell’Oristanese: assicurare gli ecosistemi animali, tenendo sotto controllo le popolazioni con adeguati piani di contenimento, è un bene per la natura e quindi per l’ambiente che ci circonda. È un bene pubblico e come tale deve essere tutelato attraverso investimenti e ristori adeguati verso chi perde spesso il proprio lavoro”.

I lavori in Regione si sono chiusi con l’impegno assunto dalle associazioni di inviare quanto prima, agli uffici dell’assessorato all’Ambiente, un report specifico con proposte e possibili soluzioni da mettere in essere per gestire concretamente questi problemi.

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