“Solo un impegno comune, basato sulla ricerca e sulla gestione responsabile dei boschi può garantire la conservazione del patrimonio naturale inestimabile della Sardegna per le generazioni future”. È la posizione espressa dal tavolo tecnico fitosanitario regionale che in un documento analizza i preoccupanti fenomeni in atto nella nostra Isola ed evidenzia l’importanza di un approccio interdisciplinare per cercare di mitigarne gli effetti. I fenomeni oggetto di analisi sono due: il disseccamento fogliare delle formazioni boschive, prevalentemente nel settore orientale dell’Isola ed il deperimento della quercia da sughero. Entrambi rappresentano una minaccia concreta per gli ecosistemi forestali sardi e si manifestano con sintomi e cause differenti.
Nel primo caso l’imbrunimento delle chiome si può osservare nelle leccete e nelle formazioni a macchia mediterranea della Sardegna orientale. La causa è principalmente il deficit idrico e la diminuzione delle precipitazioni negli ultimi anni. Particolarmente negativa l’estate 2024 ma per capire in maniera adeguata l’estensione e l’intensità del problema sarà necessario monitorare le risposte vegetative dopo le piogge autunnali ma anche la presenza di eventuali fattori concomitanti.
Per quanto riguarda invece il fenomeno del deperimento della quercia da sughero è il risultato di una combinazione di fattori come, ad esempio, la siccità prolungata e l’aumento delle temperature, unito ad attacchi di insetti e infezioni da agenti patogeni. I sintomi si manifestano in maniera diversa, con un deperimento cronico che persiste per anni o in una forma acuta con un disseccamento improvviso. “Questo – si legge nel documento del tavolo tecnico – rende difficile poter effettuare una diagnosi approfondita”. Gli insetti contribuiscono al deperimento sia danneggiando direttamente i tessuti vegetali, sia veicolando i patogeni. Le piante, già indebolite a causa dei cambiamenti climatici, si aggravano ulteriormente. In pratica si crea un circolo vizioso che porta al fenomeno del disseccamento. Per la quercia da sughero un ruolo determinante è svolto da alcune specie del patogeno Phytophthora, dei microorganismi che attaccano l’apparato radicale delle piante, creando lesioni e riducendo la capacità di assorbire l’acqua. Ma il caldo e la siccità rendono comunque le piante attaccabili anche da altri tipi di parassiti.
“Alla luce di questi fenomeni – scrive ancora il tavolo tecnico fitosanitario – diventa fondamentale istituire e potenziare una rete di monitoraggio permanente nelle aree forestali della Sardegna, mediante una stretta collaborazione tra istituzioni regionali ed enti di ricerca. La creazione di tavoli di coordinamento regionali, come il Tavolo tecnico fitosanitario forestale, e la redazione del Piano sughericolo nazionale nel 2023, che dedica particolare attenzione agli aspetti fitosanitari ed alla resilienza delle sugherete, sono esempi concreti di come la Sardegna stia affrontando le grandi sfide poste dai cambiamenti climatici e dalla diffusione di infezioni e infestazioni, che vanno oltre i confini locali, assumendo una rilevanza di interesse globale. Queste iniziative, supportate anche da progetti comunitari che promuovono la ricerca e lo scambio di buone pratiche nella gestione dei boschi mediterranei, sono essenziali per rafforzare la protezione delle foreste sarde e preservare la loro biodiversità”.