Il futuro della Sardegna come culla di biodiversità e modello di sostenibilità passa da un obiettivo ambizioso ma cruciale: proteggere almeno il 30% del territorio, terrestre e marino, entro il 2030. È questa la missione rilanciata dal Wwf durante la conferenza “La Sfida del 30%: proteggere meglio, proteggere di più”, tenutasi nella sala eventi del Cagliari digital lab, all’interno dell’Ex Distilleria.
Nel corso dell’incontro, al quale hanno preso parte esperti, ricercatori e funzionari regionali, si è fatto il punto sullo stato delle aree protette nell’isola e sulle prospettive di sviluppo di un vero sistema integrato di tutela ambientale. Un sistema che possa finalmente mettere ordine a un mosaico di parchi, riserve e siti Natura 2000 spesso frammentato, poco coordinato e gestito con strumenti ormai datati.
Presenti anche l’assessora regionale alla Difesa dell’Ambiente, Rosanna Laconi, e l’assessora comunale all’Ambiente di Cagliari, Luisa Giua Marassi. Il Wwf ha colto l’occasione per presentare alla Regione una serie di richieste precise, a partire dall’aggiornamento della Legge Regionale 31/1989, oggi inadeguata rispetto alle sfide contemporanee della conservazione.
Durante l’incontro è stata inoltre annunciata una nuova collaborazione tra il Wwf e il Comune di Aritzo per la gestione dell’Oasi del Texile, con il supporto dell’agenzia Forestas. Un esempio concreto del ruolo che le aree protette possono svolgere non solo per la tutela della biodiversità, ma anche per lo sviluppo locale e l’identità dei territori.
Le proposte riguardano, tra l’altro: l’istituzione dei parchi e delle altre aree protette, così come previsto dalle normative vigenti e che siano funzionali alla conservazione del territorio e del patrimonio naturale dell’isola; l’aggiornamento della legge regionale 31/89, a quelle che sono oggi le tipologie di tutela, le forme gestionali, l’individuazione di nuove aree da proteggere. Anche in funzione della Nature Restoration Law (recupero degli ambienti naturali danneggiati); l’effettiva realizzazione di un Sistema di aree protette della Sardegna, che unisca le varie tipologie presenti (statali e regionali) e le Aree Rete Natura 2000 e che anche con azioni e progetti di sistema sia funzionale ad una gestione omogenea e quindi più efficace ed efficiente per la tutela di habitat e specie; la costituzione di una struttura di supporto alla gestione delle aree protette, che faccia da coordinamento, supporto, e verifica della gestione delle singole aree e che sia funzionale ad una gestione omogenea e quindi più efficace ed efficiente per la tutela di habitat e specie. “La Sardegna ha un’opportunità storica – ha ricordato il Wwf – non solo per conservare i suoi tesori naturali, ma anche per affermare un modello di sviluppo realmente sostenibile e fondato sulla valorizzazione del proprio patrimonio ambientale e culturale”.