Bandiere rosse da qualche giorno negli stabilimenti balneari della spiaggia di San Giovanni e del lido di Alghero per il forte vento proveniente da Ovest-NordOvest con intensità da 25 a 40 km orari: bagno vietato dunque nelle spiagge cittadine. Con il forte vento, come facilmente prevedibile, la sabbia vola via e finisce sul marciapiede, sulla strada e nei tombini.
Una situazione che, secondo il Wwf Sardegna, si sarebbe potuta evitare se solo non si fossero estirpate dalla spiaggia le piante pioniere che trattengono la sabbia sul litorale.
“Il Wwf, nelle settimane scorse aveva invitato e auspicato che non venissero estirpate, dalla fascia indicata con la sigla SEN nella relazione ambientale del Piano di Utilizzo dei Litorali, le piante pioniere – scrive in una nota Carmelo Spada, delegato Wwf Sardegna. – La relazione ambientale del PUL individua proprio in quella fascia di retrospiaggia dune embrionali e primarie collocate perlopiù a ridosso del muretto di delimitazione della spiaggia. Il comune di Alghero per mitigare il fenomeno di dispersione sedimentaria ha posto in essere un sistema di cannicciati. La Natura, lasciata in pace dalle azioni antropiche miopi, aveva ricostituito e fatto germogliate le diverse piante pioniere che hanno la funzione proprio di fissare la sabbia e favorire la formazione delle dune, ma paradossalmente, si è assistito ad interventi inutili e dannosi di eradicazione di queste piante pioniere come la Salsola kaki e la Kakile marittima. Oggi, il risultato è sconfortante ed evidente anche a chi vorrebbe negare l’evidenza: le piante pioniere sono state asportate, gli incannicciati sono in parte danneggiati, la sabbia è finita anche sulla strada e nei tombini intasando i sottoservizi. Un bel risultato, sotto tutti i punti di vista”.
Il Wwf, stigmatizzando l’accaduto, chiede che vengano almeno ripristinati gli incannicciati e che il Comune di Alghero adotti una gestione più sostenibile, appropriata e coerente del litorale sabbioso cittadino.