“L’Ufficio scolastico regionale depotenzia il diritto allo studio del personale delle scuole e sceglie di non riconoscere le specificità e i bisogni della scuola sarda, nascondendole sotto un tappeto di burocrazia e piccoli risparmi”: è l’accusa dei sindacati Flc Cgil, Fsur Cisl, Snals Confsal, Gilda Unams, Anief, cinque sigle unite nella protesta contro l’atto compiuto dalla direzione regionale, che – spiegano – si è rifiutata di accogliere le richieste avanzate al tavolo delle trattative imponendo un contratto integrativo non condiviso per il prossimo triennio. “Un atteggiamento inaccettabile che penalizza i lavoratori e le lavoratrici del sistema scolastico e che merita l’interesse da parte della politica” affermano i sindacati sottolineando che “l’Ufficio scolastico dovrebbe contribuire a rimuovere gli svantaggi del sistema sardo e non il contrario”.
In particolare, sono tre le emergenze che i sindacati hanno chiesto invano di affrontare. Prima di tutto, la questione dei corsi di formazione per il sostegno: “Solo un quarto delle tremila cattedre di sostegno è coperto da docenti con titolo ma l’Usr non ha voluto concedere una priorità nella fruizione del diritto allo studio per chi frequenta i corsi universitari”, spiegano i sindacati. Quest’anno, ad esempio, in tanti sono rimasti senza permessi e si sono dovuti dimettere o mettersi in aspettativa pur di frequentare per ottenere il titolo. Intanto, l’offerta formativa delle università sarde è, nei numeri, tra le più basse in Italia, e ogni anno vengono chiamati decine di docenti di sostegno da fuori regione. “E’ grave e inaccettabile – affermano le cinque sigle sindacali – che neppure a livello di contrattazione regionale si riesca a valorizzare la formazione sul sostegno con l’obiettivo di limitare e correggere le storture esistenti”.
Altro punto critico è la mancata concessione di qualche ora di permesso per consentire al personale della scuola di preparare e sostenere esami universitari o la stessa tesi, un’esigenza garantita in altre regioni che qui in Sardegna viene negata nonostante la difficoltà di raggiungere i due atenei in un’Isola in cui i tempi di percorrenza sono dilatati e i mezzi pubblici carenti. “Ciò che altrove viene considerato un importante investimento – denunciano Flc Cgil, Fsur Cisl, Snals Confsal, Gilda Unams, Anief – qui sembra un inutile spreco”. E ancora, dal momento che chi vince un concorso, prima di essere assunto in ruolo, deve affrontare un percorso abilitante, i sindacati hanno chiesto all’Ufficio scolastico che riconosca e supporti questa esigenza. Oltretutto, anche in questo caso, l’offerta formativa degli atenei sardi è estremamente carente e alcuni insegnanti sono costretti a iscriversi fuori dalla regione e rinunciare alla propria supplenza per poter frequentare. “Per queste ragioni abbiamo chiesto di valutare prioritariamente, ai fini della formazione delle graduatorie del diritto allo studio, questa tipologia di corsi, che risulta strategica per la qualità del sistema scolastico regionale”.