Meridiana, tutti contro l’Aga Khan: dal “Sardus Pater” al flop della compagnia aerea “pubblica”

Settembre 2011. Sembra passato un secolo. I principali quotidiani, siti web, radio e televisioni titolano: “La Regione entra nel capitale di Meridiana Fly”. Notiziona, a margine dell’incontro a Villa Devoto tra il principe ismailita Karim Aga Khan e l’allora governatore della Regione sarda, Ugo Cappellacci. Meridiana e la Regione, che entrerebbe nella compagnia aerea del fondo Akfed con una partecipazione tra il 15 e il 20%. Cifre? Si parla di almeno 40 milioni di euro che metterebbe la Sfirs, finanziaria regionale. Come corollario la consegna al Principe della onorificenza di “Sardus Pater” da parte di Cappellacci con annessa “berritta” che dalla testa del presidente della Regione passa a quella di uno dei capi religiosi più influenti del mondo. Dopo poco più di tre anni, non è rimasto nulla. Poco del “Sardus Pater” per il Principe, che da eroe e simbolo dell’impresa solidaristica, viene ora accusato di essere il protagonista, come azionista di riferimento, di una “macelleria sociale” che porterebbe al licenziamento di 1634 dipendenti di Meridiana, almeno 800 dei quali sardi. E anche sul piano “religioso”, anche se molto al confine tra sacro e profano, le cose non vanno meglio. Prima la visita al Papa, poi la messa celebrata dalla Conferenza episcopale sarda nella cappella dell’aeroporto Costa Smeralda di Olbia. I vescovi in prima linea per difendere il lavoro, ma sullo sfondo sempre lui: Karim Aga Khan.

Dal Papa alla messa in aeroporto: un messaggio al Principe

Papa Francesco, capo della comunità cristiana, poche settimane fa aveva lanciato un appello che da qualcuno (dipendenti soprattutto) era stato inteso come indirizzato direttamente a Karim Aga Khan, capo religioso degli Ismailiti, comunità che rappresenta l’Islam moderato. Oggetto dell’appello la compagnia aerea Meridiana. Davanti a un centinaio di lavoratori Meridiana, il Papa si era rivolto direttamente ai responsabili della compagnia chiedendo che “nessuna famiglia deve restare senza lavoro”. Il medesimo monito lanciato poi dalla Conferenza episcopale sarda riunita a Olbia per chiedere che “in tutte le vertenze aperte venga messo in campo ogni sforzo perché il tavolo delle trattative veda la comune volontà di individuare soluzioni che garantiscano dignità e sicurezza dei lavoratori”. L’incontro si è svolto all’esterno della cappella dell’aeroporto per esprimere vicinanza anche ai dipendenti Meridiana, che hanno donato i loro simboli (cappello, foulard, aquilotto-spilla). Un richiamo forte che arriva al cuore di un capo religioso, che rappresenta i Nizariti, 18 milioni nel 2007, sparsi soprattutto in India e Pakistan, che costituiscono la principale branca degli Ismailiti e riconoscono l’Aga Khan come loro Imam ereditario. Quell’Aga Khan che, tuttavia, non si può certo dire non abbia fatto sacrifici per la compagnia aerea che aveva fondato più di 40 anni fa sotto le insegne di Alisarda. Parliamo di almeno 500 milioni di euro versati nelle casse della compagnia negli ultimi dieci anni.

Il flop della Flotta aerea sarda targata Cappellacci

Era il settembre del 2011 e Meridiana navigava già in acque agitate. Così davanti a una folla adorante (e non erano i fedeli del Principe) si consumò quella che il tempo ha dimostrato essere una speranza più che un progetto: irrealizzabile. Cappellacci annunciò la proposta da presentare al Consiglio regionale di un ingresso della Regione nel capitale sociale di Meridiana: con una quota tra il 15 e il 20%. Si parlava di cifre vicine ai 40 milioni di euro. Una Flotta aerea sarda o almeno in partnership, che il tempo ha dimostrato essere poco più di uno spot. Il tempo ha svelato come all’epoca l’allora amministratore delegato Giuseppe Gentile, entrato in Meridiana con la sua Air Italy, cominciasse a partorire l’idea di portare i libri in tribunale. Anticipo di un fallimento scongiurato ancora una volta da una consistente iniezione di denaro da parte dell’Aga Khan. Ma per onor di cronaca la tentazione dell’ingresso pubblico in Meridiana risale indietro nel tempo. Non c’era stata la folla festante per la consegna del Sardus Pater al Principe, né il battage pubblicitario, ma anche all’epoca della presidenza della Regione di Renato Soru si era palesato un interesse pubblico per un ingresso in Meridiana. Siamo nel 2007. Nel maggio di quell’anno si svolse un vertice nel palazzo di viale Trento, durante il quale tra l’Aga Khan e Soru si pensò di costituire una società chiamata Ali Sardegna. Poi non se ne fece nulla. Ora di Ali rimane solo un’associazione di cassintegrati Meridiana. Segno dei tempi. Poi si tornò a parlare dell’ipotesi dopo l’insediamento di Cappellacci, con un incontro privato a Porto Cervo con il Principe. All’epoca si ipotizzava un nuovo impegno dell’Aga Khan per investimenti turistici nel Nord Sardegna (anche all’epoca di Soru si parlò di un suo interesse per un grande investimento sulla nautica a La Maddalena), ma la cosa si fermò lì. Da allora sono state messe giù le bozze della possibile intesa. Ci hanno lavorato i tecnici delle due parti. La Regione aveva anche inviato una corposa documentazione alla Consob, l’organismo di vigilanza sulle società quotate in Borsa. Nel frattempo Meridiana non è più quotata in Borsa e la Regione è affondata con la Flotta sarda (questa volta marittima) della Saremar. Alla fine del giro Meridiana resta con una procedura di mobilità (licenziamento) di 1634 dipendenti.

Il “palintegrato” Meridiana, il comandante Andrea Mascia: “La Regione può fare trasporto aereo”

La discussione, dunque, su un ingresso della Regione in una compagnia aerea sarda, seppur naufragata nella realizzazione pratica, resta d’attualità. Quello che è diventato il simbolo della protesta, il “palintegrato” Andrea Mascia, pilota di Meridiana da 37 giorni su un traliccio all’aeroporto Costa Smeralda di Olbia, ha attaccato duramente Pigliaru per la mancata visita sotto il palo pur essendo ad Olbia il 18 novembre, giorno dell’anniversario per l’alluvione, ma anche per aver snobbato l’idea di un intervento pubblico in Meridiana: “Pigliaru parla ma usa le parole a suo vantaggio, non abbiamo mai detto che la Regione debba comprare Meridiana – ha detto Mascia in un incontro con la stampa – ma se la stessa Regione ha gestito il traffico terrestre e marittimo, può gestire anche quello aereo”. Sì ma come? I termini sono un po’ confusi anche se l’esempio potrebbe essere la compagnia aerea Corsica Air, il 60% detenuto dalla Collectivité Territoriale Corse. “La Regione compra i treni, è proprietaria degli autobus dell’Arst – spiega Mascia – quindi potrebbe costituire una sorta di Consorzio interregionale per gestire, o avere una semplice partecipazione in una aviolinea. In Sardegna, nei 3 aeroporti, non abbiamo il traffico che c’è nel solo aeroporto di Palma di Maiorca”. La compagnia in oggetto sarebbe Meridiana. Che per ora ha un azionista, che è il fondo Akfed, e un management che pare indirizzarsi sempre più verso la soluzione finale dei licenziamenti. Dunque, dopo l’addio di Scaramella e l’arrivo del nuovo ad Richard W. Creagh, la situazione sembra essere solo peggiorata. E a tutto si pensa meno che a una riedizione della compagnia aerea sarda.

Dalla bufala dei cinesi al miraggio del Qatar

Se la Regione sembra in ritardo sulla strada di un ingresso in Meridiana, non sono mancate invece le ipotesi di acquirenti privati. Di certo l’ultima offerta non è stata delle più credibili. E’ infatti spuntato qualche settimana fa un fondo d’investimento cinese che sarebbe stato interessato all’acquisto di Meridiana. La notizia era già circolata, ma la conferma sarebbe arrivata attraverso una lettera consegnata alla presidenza della giunta regionale, indirizzata in particolare al presidente Pigliaru e all’assessore ai Trasporti Deiana. Il documento era firmato dal magnate Xiaodong Zhu, 46 anni, un finanziere che presiede il fondo Pingji Equity Shanghai Investments. Peccato che della manifestazione di interesse non è rimasto molto. A meno che non venga considerato un segnale il fatto che il management di Meridiana aveva smentito qualsiasi contatto, anzi aveva esplicitamente sottolineato come non si potesse considerare un’offerta seria quella che non passa direttamente dalla compagnia aerea oggetto dell’acquisto. Consuetudine commerciale si presume cogente anche per le tradizioni cinesi. In attesa di eventuali incontri istituzionali, quella cinese va considerata poco più che una boutade. Più consistente, anche se comunque smentito da Meridiana, sarebbe un eventuale interesse della Qatar Airways. Posto che Meridiana ha siglato un accordo commerciale con British Airways e che il Qatar non ha mai ufficializzato un interesse per la compagnia aerea dell’Aga Khan, fonti accreditate sostengono che il Qatar comprerebbe una compagnia “leggera”: il che vuol dire che qualsiasi ipotesi di acquisizione o partnership potrebbe avvenire dopo la cura dimagrante che passa per i licenziamenti. Una strategia che è stata confermata da Meridiana, nonostante sia sempre stata negata l’esistenza di trattative già avviate.

Giandomenico Mele

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